L’Atalanta va applaudita: ha perso ma se l’è giocata al massimo. Infortuni e rosa corta: il nodo di fine stagione

commento. L’editoriale post partita

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I l risultato conta relativamente. Dopo la strana partita con lo Spezia, serviva una conferma di prestazione e di gambe, ed entrambe sono arrivate contro la Juventus, che resta, al netto delle vicende giudiziarie, la seconda forza del campionato. E l’Atalanta, certamente stanca arrivando alla terza partita settimanale con rotazioni molto limitate dati infortuni a ripetizione, ha giocato alla pari. Questo conta. Per il resto, la classifica è di fatto come era: l’Atalanta è in pienissima corsa per un posto in Europa, quale (certo la Champions ora si è allontanata) sarà lo sapremo, molto probabilmente, in extremis, se non addirittura dopo. E l’Atalanta è in pienissima corsa perché il suo valore tecnico, dentro questa competizione, vale questa posizione in classifica. Dopo 34 giornate è un concetto passato nella Cassazione del calcio. Qui, lo diciamo da inizio stagione.

Gli infortuni, che problema

Il commento potrebbe anche finire qui, invece no. Perché qualcosa da dire c’è ancora. Per esempio sugli infortuni, che si ripetono e si prolungano rispetto alle previsioni. Hojlund pare sia stato fermato solo precauzionalmente, ma intanto ha perso due partite, Spezia e Juventus.