L’Europa League dell’Atalanta, un anno fa. L’«effetto rimbalzo» scongiurato è la vera crescita dopo Dublino

commento. L’editoriale di Roberto Belingheri

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P er evitare che un anniversario sia «solo» un anniversario, c’è solamente una via da seguire: imparare qualcosa dal senso del tempo che passa. E qui, un anno dopo Dublino e quella coppa sollevata al cielo da Djimsiti, de Roon e Toloi, dobbiamo dire che l’Atalanta quel qualcosa l’ha imparato.

Perché c’è una frase di Gasperini, detta a inizio stagione, che è ronzata nelle teste di tanti: è quella sull’«effetto rimbalzo». Gasp la disse a novembre, perché è uomo d’esperienza che sa annusare l’aria, e l’aria diceva al mister che c’era in giro il rischio che l’Atalanta, dopo la vetta toccata a Dublino, potesse rimbalzare indietro. E soprattutto in basso. E portò l’esempio del Napoli, che dopo lo scudetto vinto con Spalletti altro che rimbalzo: è finito al 10° posto, fuori da tutto.