Recuperi ok, ma il balletto delle date è un pessimo inizio. E quella carezza per Bergamo non diventi uno schiaffo

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foto atalanta.it

L o spettacolo è increscioso, parecchio. Se non fossimo in presenza di una circostanza seria, ci sarebbe da citare L’allenatore nel pallone, quando Oronzo Canà aspetta nei corridoi il verdetto delle trattative del calciomercato e il suo presidente, il mitologico Borlotti, ogni mezzora gli stravolge le carte in tavola. “Canà, lei è sempre in arretrato”. Sembrava di essere sempre in arretrato anche ieri, cercando di seguire le giravolte della Lega Calcio sulla ripartenza del campionato. Ricapitoliamo. Settimane di discussioni su come ripartire, con ostacoli piccoli, medi e grandi. Quelli piccoli e medi sono stati rimossi: il ritiro dei giocatori (no comment) non si farà, e la responsabilità dei medici sociali è stata rimodulata, alleggerendola. Quello grande, invece no: la quarantena di squadra è ancora lì e un po’ ovunque si legge che “si spera” di poterla modificare. Cioè un intero movimento parte non sapendo chi si dovrà rimangiare il totem della quarantena: gli esperti del Cts, freschi di comunicato piccatissimo stilato per ribadire il concetto? O il ministro Spadafora, che politicamente sarebbe sotterrato da questa (ennesima) giravolta? Il rischio è che una modifica che in teoria sarebbe anche facile, finisca per non trovare l’agnello sacrificale disposto alla figura barbina. Vedremo.