Il futuro dell’Atalanta? La ricetta di Adani «Resti se stessa per restare una big»

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«L’ unica cosa che l’Atalanta non deve fare è smettere di... essere l’Atalanta. Se mantiene la consapevolezza del suo valore e si adegua a queste situazioni nuove, ma sempre dentro lo status di grande squadra che ormai le è riconosciuto dalle sue avversarie, allora l’Atalanta sarà lì, fino alla fine». Lele Adani – ex difensore tosto e volto noto degli opinionisti Sky – dopo 7 turni di campionato e di fronte a una classifica che sembra un risotto, non fa previsioni. Prova a leggere questo calcio diverso e ci colloca un’Atalanta alla quale chiede coerenza, continuità. «Guardiamoci in giro, sta succedendo di tutto. I numeri dicono che da inizio stagione siamo a un positivo ogni quattro calciatori, preparare una stagione è complicato».

E si gioca a ritmi infernali.

«Soprattutto chi è in Europa. Lo sapevamo dal lockdown di primavera che non ci aspettavano quattro mesi anomali ma una stagione e mezza. Fino alla prossima estate sarà così: ritmi pazzeschi, e per le grandi ancora di più. In stadi vuoti, con società chiamate ad ampliare le rose per permettere agli allenatori di tenere i ritmi senza abbassare troppo il livello».

E non sempre funziona. Non c’è tempo per allenarsi.

«Anche questo è un problema. E quando c’è la sosta le Nazionali ti portano via 15 giocatori e sono due settimane durante le quali gli allenatori si devono inventare gli allenamenti, perché neppure arrivano a 11 giocatori, lo so bene».

Questo per esempio, veniamo all’Atalanta, per una squadra che ha sempre puntato sull’intensità diventa un problema.

«Il problema esiste in partenza, si tratta di trovare le soluzioni giuste e Gasperini da questo punto di vista non sbaglia mai».