Atalanta, a Verona una sconfitta da «convalescente», tra problemi noti e fragilità irrisolte (ma da risolvere)

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

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L a sconfitta di Verona è arrivata nel momento in cui l’Atalanta sperava di entrare nella fase ascendente della propria stagione. La trasferta al Bentegodi era stata interpretata come l’occasione giusta per dare continuità ai miglioramenti recenti e per accendere definitivamente la rincorsa verso l’Europa. Il tonfo contro l’Hellas ha invece riportato alla luce fragilità che si credevano superate e ha mostrato quanto il percorso di crescita della squadra sia ancora discontinuo. È una ricaduta pesante, che obbliga a riflettere su ritmo, intensità, gestione emotiva e qualità delle scelte. Elementi che, presi singolarmente, non spiegano tutto, ma che insieme restituiscono l’immagine di una squadra ancora lontana dalla propria versione più affidabile.

La trasferta di Verona era stata percepita dall’Atalanta come un crocevia per la classifica. Dopo settimane di crescita graduale, con segnali incoraggianti nella fluidità della manovra, nella gestione del pressing e nella capacità di gestire le partite, la gara del Bentegodi rappresentava l’opportunità per consolidare un trend. Le squadre che cercano di uscire da una fase incerta, però, non riescono quasi mai a farlo in modo lineare. Procedono per strattoni, avanzando e arretrando, cercando stabilità in mezzo a oscillazioni inevitabili. Verona è diventata l’emblema di questo processo incompiuto. Un passo falso che ha riportato la squadra a uno stato precedente, fatto di dubbi più che di certezze. Il modo in cui è arrivata la sconfitta ha amplificato la portata del segnale. Non è stata una battuta d’arresto costruita sugli episodi o su una giornata di imprecisione sotto porta; è stata una partita in cui l’Atalanta ha perso su tutti i piani che dovevano segnare il suo salto di qualità. Ritmo, controllo, gestione dei duelli, capacità di soffocare l’avversario nei momenti in cui la partita poteva cambiare direzione. Tutti aspetti in cui la squadra di Palladino avrebbe dovuto mostrare una maturità nuova e che invece l’hanno vista soccombere. Il dato più eloquente è la difficoltà nel restare dentro la partita anche dopo il gol subito.