Cessioni, ringiovanimento, acquisti: perché l’estate dell’Atalanta (e di Gasp?) sarà molto impegnativa

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

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Swiss referee Sandro Schaerer talks to Atalanta's Nigerian forward #11 Ademola Lookman next to Atalanta's Brazilian midfielder #13 Ederson during the UEFA Super Cup football match between Real Madrid and Atalanta BC in Warsaw, on August 14, 2024. (Photo by Sergei GAPON / AFP) (SERGEI GAPON)

G ian Piero Gasperini siede sulla panchina dell’Atalanta dal primo luglio 2016. La partita che nel prossimo weekend vedrà l’Atalanta opposta al Parma segnerà per il tecnico di Grugliasco la fine della sua nona stagione consecutiva alla guida dei nerazzurri. Un periodo che, nel mondo del calcio, abituato a bruciare allenatori nel giro di pochi mesi, corrisponde a un’epoca. Nonostante questo, nella gestione tecnica di Gasperini c’è ben poco di ordinario, se per ordinario intendiamo un allenatore che svolge il suo compitino restando all’interno di paletti ben fissati dalla proprietà, ben attento a stare lontano dalla soglia di rendimento minimo, ma nemmeno troppo ambizioso. Gian Piero, nonostante i suoi capelli bianchi e le tante stagioni passate in panchina non si arrende alla normalità. Da quando guida l’Atalanta, di stagione in stagione sbriciola record, anche quando sembra che non sia più possibile ritoccarli nuovamente verso l’alto. Proprio questa sua ambizione ha reso più difficile gli ultimi rinnovi contrattuali, e costituisce un potenziale punto di frizione tra il tecnico e la dirigenza nerazzurra, anche al termine di questa stagione, culminata ancora una volta con il raggiungimento della qualificazione alla prossima Champions League, Gasperini, forte dei risultati ottenuti sul campo, vorrebbe spingere chi governa il club a compiere un passo ulteriore.