Atalanta, a Napoli ha vinto una squadra “di testa” contro una squadra “di gambe”: è il capolavoro di Gasp

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

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J ohan Cruijff amava sovente ripetere che “il calcio si gioca con la testa. Se non hai la testa, le gambe non bastano”. Un aforisma che calza alla perfezione per descrivere la gara giocata dall’Atalanta al Maradona, dove la squadra di Gasperini ha fatto correre a vuoto i ragazzi di Calzona. Gli azzurri hanno mostrato di avere gamba, ma poca testa, puntando esclusivamente sull’idea di palla giocata in profondità per innescare Osihmen. Di testa invece l’Atalanta ne ha avuta tanta, interpretando alla perfezione ogni momento della gara.

I nerazzurri non hanno concesso il dominio del gioco al Napoli in apertura di gara (50% di possesso palla), quando sarebbe stato pericoloso concedere continuità agli azzurri. Anzi, per certi versi è stata l’Atalanta a fare la gara in quella frazione di gioco, con possessi ordinati e pragmatici. Un palleggio senza fronzoli, che ha sfruttato la buona vena degli esterni.

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Lo sviluppo per catene laterali ha funzionato bene per tutta la gara ma è stato determinante nella prima parte della partita, quando il Napoli ha incontrato non poche difficoltà a limitare Zappacosta e Hateboer. Pochi passaggi dunque per i nerazzurri (saranno in totale 366), ma tanta verticalità, con i ragazzi di Gasperini che hanno scosso il palo di sinistra della porta difesa da Meret dopo solo tre minuti.

L’idea di gioco del tecnico di Grugliasco si è concretizzata in quell’azione, “tipica” del suo credo calcistico: pressione e recupero di Kolasinac su Politano, che si rifugia in uno scarico tutt’altro che comodo verso Rahmani. Scamacca fiuta la possibilità di recuperare palla, e morde le caviglie del centrale azzurro. Recupero eseguito, e palla a Pasalic, che alza la testa e gioca un filtrante con i giri giusti nel corridoio centrale, dove si infila Miranchuk. Il russo non esita un secondo a calciare, ma non cerca un tiro di potenza verso la porta di Meret, bensì piazza un destro con la precisione di un colpo da biliardo. La palla si stampa sul palo.