Atalanta, approfondimento sui due misteri: Pasalic e Boga. Mario riserva con dati top, Jeremie non può giocare a destra

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S tagione tribolata quella dell’Atalanta tra le mura amiche, o così almeno dovrebbero essere, quelle del Gewiss Stadium. Questa volta ad imporre il pari ai nerazzurri è stata la rinata Salernitana di Nicola, che arrivava a Bergamo sulle ali dell’entusiasmo tre vittorie consecutive che hanno completamente riaperto i giochi in fondo alla classifica di A. Così, tra l’incitamento costante della curva ed i tanti brusii (questa volta si sono distintamente avvertiti) di disapprovazione degli altri settori dello stadio, l’Atalanta ha offerto uno spettacolo che a molti è rimasto indigesto. I problemi che attanagliano gli uomini di Gasperini sono i soliti, e sembra proprio che il tecnico di Grugliasco non riesca a venirne a capo. Prova e riprova (quattordicesimo tridente con protagonisti diversi schierato in partenza), l’Atalanta finisce per accartocciarsi su stessa, sviluppando un gioco prevedibile e come se non bastasse farcito da un sacco di errori tecnici. La condizione atletica dei giocatori ci dice inoltre che con ogni probabilità è stato fatto qualche errore di calcolo, o meglio, si sono scelti obbiettivi sbagliati, cosicché il finale di campionato, più che la solita rincorsa alle posizioni che contano, come ci aveva abituato Gasperini in questi anni, pare invece un percorso ad ostacoli senza fine. L’Atalanta resta così in corsa per l’Europa, seppur con il passo di una lumaca, ma bisognerà prestare attenzione anche al lanciassimo Verona (ora ottavo a quattro lunghezze dei nerazzurri), se non si vuole passare dai gloriosi campi di Champions a quelli del primo turno di Coppa Italia.