Atalanta-Cremonese, match analysis. Sembra un ritorno al passato: predominio, ma fase offensiva che produce poco

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P er mantenere la vetta della classifica, l’Atalanta aveva la necessità di battere la Cremonese di Alvini nell’anticipo di mezzogiorno della sesta giornata di A. Un impegno sulla carta alla portata della “nuova” Atalanta, ma che poteva nascondere più di un’insidia per via di un’avversaria che non aveva giocato con le rivali sin qui affrontate, sempre adottando la stessa filosofia di gioco. Più sfrontata e propositiva nelle prime uscite, più prudente nell’ultima partita giocata contro il Sassuolo. Per stessa ammissione del suo allenatore, serviva infatti ritrovare velocemente l’equilibrio tra una forma di gioco propositiva ed aggressiva (fin troppo), ed una più compassata e calcolatrice, che evitasse ai grigiorossi di subire gol in contropiede come quelli subiti contro la Roma e contro l’Inter. A farne le spese questa volta è stata proprio l’Atalanta di Gasperini, che non è riuscita ad avere ragione dei grigiorossi nei 90 minuti, ed ai quali la forma più spregiudicata della Cremonese avrebbe sicuramente giovato alle ripartenze dei suoi attaccanti. I grigio rossi hanno fatto riemergere i difetti della vecchia Atalanta, che non riusciva ad aver ragione delle formazioni di bassa classifica chiuse ed ordinate in una difesa posizionale. Ma entriamo nel vivo dell’analisi con le formazioni iniziali proposte dai due allenatori.

Sono state diverse le “novità” di formazione proposte da Gasperini, a partire dal ritorno al modulo 3-4-1-2. In attacco il tecnico di Grugliasco ha schierato in avvio di gara la coppia rapida costituita da Lookman (centro destra) e Muriel (centro sinistra). La corsia di sinistra ha visto protagonisti anche Toloi (braccetto) e Soppy che in quella posizione aveva esordito in maglia nerazzurra a Verona. Per Alvini inusuale 3-4-3, con la linea offensiva formata da destra a sinistra da Okereke, Dessers Pickel, con il tecnico grigio rosso ha di fatto a giocare con il trequartista.