Atalanta-Fiorentina 2-0, match analysis. Il ruolo di Cdk e quel «messaggio» di Palladino: non si fanno passi indietro

scheda. La match analysis di Gianluca Besana

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L a sfida andata in scena alla New Balance Arena ha proposto il confronto tra due squadre che avevano un bisogno urgente di tornare alla vittoria. Fiorentina e Atalanta occupavano (ed occupano ) posizioni della classifica che sicuramente non rispecchiano la forza delle due squadre. Alla fine l’ha spuntata un’Atalanta convincente, capace di ritrovare il proprio volto migliore attraverso un gioco più fluido, aggressivo e consapevole, che ha già mostrato in modo nitido la mano di Palladino. I nerazzurri hanno finalmente ritrovato la vittoria, che le hanno consentito di riportarsi sul centro della classifica, anche se ora servirà continuità.

Diamo ora un’occhiata ai ventidue scesi in campo ad inizio gara. L’Atalanta ha riproposto il 3-4-2-1 che nelle ultime settimane ha offerto maggiore equilibrio, con De Ketelaere e Lookman posizionati in zone più interne per sostenere Scamacca e garantire collegamenti costanti tra mediana e ultimo terzo di campo. Gli esterni Bellanova e Zappacosta sono stati scelti per dare ampiezza, mentre de Roon ed Ederson hanno occupato la zona centrale con compiti complementari tra gestione e pressione. La scelta di Kossounou come braccetto di destra ha confermato la volontà di difendere in avanzamento e non in arretramento. Vanoli per affrontare l’Atalanta di Palladino ha optato per un 3-5-2, un sistema che ha mostrato fin da subito l’idea di sfruttare la verticalità come primo strumento di risalita. Kean e Piccoli hanno formato una coppia orientata alla divisione dello spazio in profondità, mentre il trio di centrocampo ha alternato compiti di supporto al possesso e coperture preventive per limitare le transizioni avversarie. Parisi e Dodò hanno interpretato il ruolo dei quinti secondo caratteristiche piuttosto diverse, uno più legato alla spinta e l’altro più utile nelle corse lunghe. Dietro, Marì, Ranieri e Pongračić hanno composto un terzetto forte nell’anticipo ma vulnerabile quando costretto a seguire movimenti interni o tagli in diagonale.