Atalanta-Genoa, lo studio dei dati: pazienza ed equilibrio per vincerla, troppi errori nella gestione del vantaggio

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

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L a sfida tra Atalanta e Genoa, andata in scena nella serata di domenica al Gewiss Stadium, non sarà di certo ricordata come una delle più spettacolari giocate dai nerazzurri in questa stagione. Nonostante la squadra di Gasperini non abbia di certo lesinato sotto il profilo delle energie fisiche e mentali profuse sul terreno di gioco, la qualità espressa dai nerazzurri con la palla tra i piedi non è stata eccelsa. Ovviamente ad incidere in modo maggioritario su quest’aspetto è stato l’atteggiamento della squadra allenata da Gilardino, che per diversi minuti di gara ha badato al sodo, facendo densità sul centro della propria trequarti difensiva, e limitando le proprie azioni d’attacco a delle ripartenze, quasi sempre affidate a pochi giocatori, mentre sono state davvero poche le azioni corali proposte dalla squadra rossoblù (ci riferiamo in modo particolare ai primi 65 minuti di gara).

Una situazione questa di certo non nuova quando una squadra di medio bassa classifica viene a giocare a Bergamo, e che in passato ha creato più di un problema. Il risultato degli atteggiamenti diversi di Genoa ed Atalanta è ben visibile dalla grafica sopra: più larga (54 metri) e corta (37 metri) la squadra di Gasperini; decisamente più stretta (48 metri) e con tanti elementi sul centro, la squadra rossoblù.