Atalanta-Inter, lo studio dei dati e quel cambio che ha condannato la partita: Malinovskyi mai così male

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L’ ottima Atalanta di inizio stagione ha finito per lasciare il passo alla sua versione più sbiadita. Non solo per i risultati arrivati dal campo, ma anche per la lunga (e potremmo definire abituale) scia di polemiche, che ormai fa capolino da qualche stagione con l’approssimarsi di ogni sessione di mercato. Nelle ultime giornate di campionato il tecnico nerazzurro è diventato particolarmente loquace, e ha sfruttato le conferenze stampa del pre e del post partita per esporre le sue “riflessioni” circa i rapporti tra lui e la dirigenza e gli obiettivi che paiono non condivisi o poco chiari.

Come abbiamo sottolineato nella prima parte di questa analisi, se il tecnico esterna i suoi pensieri alla stampa è perché con ogni probabilità, pur vivendo la quotidianità di Zingonia, non riesce ad avere una comunicazione corretta con chi dovere, o con chi vorrebbe. Mentre lui parla, la società resta sempre nell’ombra e non comunica. Questa situazione, che è bene specificare non è affatto normale, finisce con il condizionare poi le prestazioni dell’Atalanta sul campo. Qualcosa a dire il vero si è avvertito anche nella gara contro l’Inter, nella quale si sono anche riverberati gli errori di Lecce. Perché nonostante le dichiarazioni di circostanza (e contraddittorie), lì si è sbagliato, e molto. Ma questi sono temi di analisi future, ora per noi è invece il tempo di concentrarci sulla gara giocata e persa contro l’Inter.