Atalanta-Inter, match analysis. Cos’è cambiato tra il buon primo tempo e il flop della ripresa: tattica e dati lo spiegano

scheda.

Lettura 5 min.

U n vecchio adagio dice che “vincere aiuta a vincere”. I risultati positivi creano fiducia in quel che si fa. Quelli negativi al contrario, levano certezze, instillano il dubbio e generano un senso di sfiducia. Per capire quanto aveva scavato nelle certezze dei nerazzurri la “strana” sconfitta di Lecce, al Gewiss Stadium ha fatto capolino l’Inter, e la risposta è stata piuttosto netta. La squadra di Gasperini ha perso la terza partita consecutiva tra le mura amiche (risulta un po’ strano chiamarle ancora così). Per ritrovare 3 ko interni consecutivi prima di quello di ieri, bisogna risalire al 1997, quando in panchina c’era Mondonico. Ma non solo. Se si esclude la prima mezzora di gioco, la squadra di Gasperini è parsa molle, soprattutto ad inizio ripresa, dove i meneghini hanno piazzato l’uno/due che ha steso l’Atalanta. Da quando i nerazzurri sono tornati a proporre il pressing ultra offensivo in dosi massicce (dalla gara di Udine in poi, ed escludendo la strana gara di Lecce), l’Atalanta ha incassato la bellezza di 12 reti in 7 gare, viaggiando alla non invidiabile media di 1.71 gol incassati a partita. Un film già visto e che ricorda molto quello della seconda parte della stagione passata. E ancora, di tutti gli scontri diretti sin qui giocati (Milan, Lazio, Napoli, Inter e Roma), i nerazzurri hanno vinto solo con la Roma e pareggiato con il Milan, incassando nelle altre 3 sfide delle sconfitte piuttosto nette. Chi sta in panchina aveva detto, dopo il ko con il Napoli, di essere sicuro che l’Atalanta poteva ambire ad un finale di stagione importante. Ebbene, l’Atalanta ha perso 4 delle ultime 5 partite, scivolando dalla seconda posizione a quella attuale. La brusca frenata dei nerazzurri consegnerà all’Atalanta 50 giorni di stop del campionato sicuramente non sereni, con una formazione involuta, e non solo per i meriti degli avversari. Evidentemente chi sta in panchina non riesce a comunicare con la società “per vie interne”, ed utilizza il campo per lanciare messaggi (ci riferiamo alla gara di Lecce). Peccato che poi queste scelte finiscano con il condizionare anche le gare a seguire, ed a complicare una classifica che solo fino a 3 giornate fa restava da urlo. Ma cerchiamo ora di sbollire la forte delusione andando sui temi della gara di ieri.