Atalanta, la riscossa di Palomino: contro la Fiorentina una prestazione in netta crescita. Dati e campetti Instat

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I l tema tattico che tiene banco nelle ultime settimane è quello del cambio di modulo. Proposto per la prima volta dall’inizio nella sfida sul campo del Verona, con quattro difensori puri in campo (Toloi, Romero, Palomino, Djimsiti), confermato contro l’Udinese dopo la sosta per le nazionali, con Gosens al posto di Djimsiti, e poi di nuovo a Firenze, senza ulteriori modifiche. Abbiamo raccontato com’è cambiato il lavoro di Toloi e di Malinovskyi (leggi QUI l’approfondimento di Ginlauca Besana), ma è innegabile che questa piccola rivoluzione abbia giovato anche a chi sembrava un po’ in calo dal punto di vista del rendimento: José Luis Palomino. Stupisce soprattutto che, a poche giornate dalla fine del campionato, Gasperini abbia deciso di rinunciare per due partite consecutive al difensore centrale più utilizzato, ovvero Djimsiti (3043 minuti in campo), in favore del meno utilizzato, escludendo Caldara e Šutalo, ovvero Palomino (2364 minuti in campo). Va comunque ricordato che, nonostante sia il meno impiegato dei quattro, l’argentino classe 1990 è sceso in campo - dall’inizio o a partita in corso - in tutte le partite di campionato di questa stagione, fatta eccezione per la sfida d’andata contro l’Inter. Scelta azzeccata, perché in coppia con Romero è cresciuto il rendimento di Palomino, estremamente a proprio agio nella difesa a quattro: non a caso, nelle esperienze con le maglie di Metz prima e Ludogorets poi, ha sempre occupato il ruolo di centrale (a sinistra) nel 4-3-3 o nel 4-2-3-1. E così migliorano di gran lunga anche i numeri, perché Palomino si trova a proprio agio nel dover contrastare un attaccante di riferimento nell’uno contro uno, sfruttando fisicità ed esperienza: domenica sera, Kouamé è stato praticamente annullato nel primo tempo, mentre Romero si stava occupando egregiamente di Vlahovic. Poi, nella ripresa, con l’ingresso di Djimsiti e Maehle e il ritorno alla difesa a tre qualcosa è andato storto e proprio Palomino si trova un po’ spaesato nell’azione che porta al gol del momentaneo 2-2. Dicevamo dei numeri. Abbiamo confrontato le statistiche in media ogni 90 minuti ottenute da Palomino nell’arco di tutta la stagione con quelle della partita con la Fiorentina, per capire cosa c’è di diverso nel gioco del difensore argentino con questa nuova impostazione tattica. Il primo dato che salta all’occhio è di tipo quantitativo: nonostante la squadra di Iachini abbia attaccato pochissimo, Palomino è stato molto più impegnato rispetto al solito: 17 duelli vinti, con il 63% di successo, contro una media di 11 duelli vinti, con il 67% di successo.