Atalanta-Lecce 4-1, match analysis. Intensità e pressione, finalmente la squadra che aspettavamo

scheda. L’analisi di Gianluca Besana (italian and english)

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C ontro il Lecce l’Atalanta ha ottenuto una vittoria che ha avuto il valore di una liberazione. Dopo due giornate senza successi e prestazioni poco convincenti, la squadra di Juric era chiamata a dare risposte immediate. Tra i nerazzurri pesavano le assenze di Scamacca, fermato da un’infiammazione al ginocchio, e di Lookman, escluso dai convocati per motivi extra-tecnici, ma soprattutto gravava la necessità di offrire un calcio più riconoscibile rispetto alle uscite opache contro Pisa e Parma. La pressione era forte, dentro e fuori lo spogliatoio, e il tecnico croato non aveva nascosto nei giorni precedenti quanto attendesse una reazione netta da parte dei suoi. Il primo tempo, però, ha raccontato una storia diversa. La squadra è apparsa ancora lenta, imprecisa, poco lucida nelle verticalizzazioni e spesso troppo bassa, ed ha lasciato campo e iniziativa a un Lecce coraggioso. Il gol di Scalvini su corner ha spezzato l’equilibrio ma non ha nascosto i limiti. È stato nella ripresa che l’Atalanta ha cambiato volto, alzando ritmo e pressing, imponendo finalmente il proprio gioco e trovando quella continuità che Juric aveva chiesto a gran voce. Questa vittoria restituisce slancio alla classifica e fiducia a un gruppo che non può permettersi di restare nelle retrovie e arriva anche al momento giusto, perché mercoledì l’Atalanta affronterà il PSG nella notte di Champions. Un successo che vale più dei tre punti e che può diventare il punto di svolta della stagione.

Le formazioni ufficiali hanno offerto subito spunti interessanti. Juric ha confermato il 3-4-2-1, ma con due novità di rilievo: Kossounou dal primo minuto nella difesa a tre e Sulemana sulla trequarti, accanto a De Ketelaere. Assenze pesanti quelle di Scamacca, Ederson e di Lookman. Davanti il riferimento è stato Krstović, chiamato a interpretare il ruolo di 9 in maniera diversa da Scamacca. Il montenegrino è di fatto meno tecnico e meno mobile rispetto al compagno. Il Lecce ha risposto con il solito 4-3-3: Falcone tra i pali, linea difensiva con Kouassi, Gaspar, Siebert e Gallo. Ramadani in regia con Coulibaly e Sala mezzali. In avanti spazio a Morente, Sottil e Stulic, il terminale offensivo scelto da Corvino per rimpiazzare Krstovic. Scelte che hanno messo in chiaro le intenzioni: Atalanta orientata ad aggredire con ampiezza, Lecce pronto a difendere compatto e ripartire sugli esterni.