Atalanta, lo studio dei dati e i dubbi sulle scelte. Condizione giù e intensità bassa: i più affidabili per limitare gli errori

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L’ Atalanta ha fallito, e ci verrebbe da aggiungere ancora una volta, l’operazione sorpasso ai danni di due dirette rivali alla corsa per l’Europa League, in un mercoledì che pareva essere perfetto, dopo il rumoroso tonfo (0-4) della Fiorentina contro l’Udinese nell’anticipo delle 18, per sorpassare i viola e la Lazio. La squadra di Gasperini si è fermata ancora una volta tra le mura amiche, questa volta impattando in modo rocambolesco, contro il Torino di Juric. La gara è stata molto spettacolare, se la si giudica per il numero complessivo di reti segnate (otto). Lo è stata un po’ meno, se si considerano un po’ meno divertenti le reti che derivano da calci di rigore (quattro). Decisamente brutta, almeno per i tifosi nerazzurri, che hanno visto la propria squadra commettere una serie di leggerezze difensive ed andare per l’ennesima volta sotto dopo pochi minuti di gioco, mancare d’intensità, e recuperare grazie alle giocate di un singolo giocatore (Muriel), che molti «vorrebbero» già con le valigie pronte. Non bastano le 16 conclusioni a 5 per dirsi soddisfatti, visto che al netto dei due rigori per parte, che pesano per 1.48 xG per entrambe le squadre, la produzione offensiva della partita si riduce a 1.05 xG per i nerazzurri, contro i gli 0.83 xG prodotti dai granata. Nonostante l’Atalanta abbia messo sul campo tutte le energie che aveva a disposizione (e questa cosa si è assolutamente vista e va riconosciuta alla squadra di Gasperini), non ha mai dominato il gioco ed è stata imbrigliata da un Torino più attento dei nerazzurri in fase di non possesso, e più preciso della squadra di Gasperini con la palla tra I piedi (84% di precisione nei passaggi contro il 73%).