Atalanta-Milan, lo studio dei dati spiega una squadra più razionale. E ci dice che sugli esterni non va poi così male

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N on sarà più l’esuberante Atalanta da 100 reti a stagione, perché nel calcio è impossibile mantenere inalterata la propria forza nel tempo, ma quella vista domenica sera al Gewiss Stadium contro il Milan è stata sicuramente una buona Atalanta. Solida, pragmatica, meno esuberante ma capace di tenere testa ai campioni d’Italia. Sotto la gestione Gasperini abbiamo assistito ad avvii di stagione sicuramente più stentati e sconcertanti di questo, che facevano spesso dubitare i tifosi nerazzurri sulla bontà della rosa e delle scelte. Negli ultimi anni sono state difatti delle squadre di basso profilo a mettere sotto nel gioco e anche nel risultato i nerazzurri nelle prime uscite di campionato e non certo delle big come il Milan.

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Quest’anno invece, indicato da tutti come l’anno del cambiamento, la partenza è da considerarsi del tutto soddisfacente. Non che non ci siano problemi, sia ben chiaro, ma la squadra (forse anche per necessità) pare più matura ed equilibrata, quasi non fosse guidata in panchina dal quel “corsaro” che tutti conosciamo e che risponde al nome di Gasperini. Questa Atalanta sa di non potersi più permettere certe cose, come il forsennato e continuato pressing ultra offensivo ad esempio, per cui vi rinuncia a favore di un baricentro più basso che le garantisce un maggior equilibrio. Siamo sicuri che nel corso del campionato torneremo a vedere l’Atalanta arrembante che tutti conosciamo. Sarà il bisogno di fare risultato a proporcela, ma per ora possiamo ritenerci molto soddisfatti anche di questa.