Atalanta-Milan, match analysis. Il secondo indizio è (quasi) una prova: meno pressione, più equilibrio, ecco le novità

scheda.

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L e premesse perché la sfida tra Atalanta e Milan fosse scoppiettante c’erano tutte. La partita era stata preceduta da un sabato ricco di accadimenti. Avevano parlato i due tecnici. Pioli aveva attribuito alla sfida l’importanza di uno “scontro diretto”, caricando in questo modo i suoi e di fatto promuovendo l’Atalanta allo status di “grande del campionato”.

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Una promozione basata di fatto sui recenti trascorsi nerazzurri più che sulla sua forza attuale, perché ricordiamolo, l’Atalanta resta un cantiere aperto con le stesse problematiche strutturali ormai note a tutti. Gli aveva fatto eco un più pacato Gasperini, che nell’insolita veste di pompiere aveva di fatto smentito il tecnico rossonero (’”non è uno scontro diretto”), e lo ha investito della candidatura alla “panchina d’oro”. Poi nell’assolato sabato di Zingonia è piombato come un treno in corsa anche il vice presidente di Lega Luca Percassi, che con tanto di megafono ha scaldato gli animi dei tifosi nerazzurri. E per finire, ad alzare ulteriormente la temperatura c’è stato infine una cornice di pubblico eccezionale, quella sì degna di uno scontro diretto, con il Gewiss che si è presentato gremito in ogni ordine di posto, e con la Curva Nord sempre pronta ad incitare i nerazzurri.

Questa lunga e doverosa premessa, l’abbiamo volutamente fatta per sottolineare come non tutte le partite siano uguali. Alcune hanno significati particolari e funzionano come dei veri e propri “turning point” (punti di svolta) all’interno della stagione di una squadra. Quella di ieri sera lo è forse stato per l’Atalanta che la scorsa stagione avrebbe con ogni probabilità perso una gara come quella giocata col Milan.