Atalanta-Monza 3-0, match analysis. Le squadre a specchio, la diga di de Roon, come giocano Scamacca e De Ketelaere

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

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Calciomercato finito e Atalanta finalmente in campo. Dopo gli ultimi convulsi giorni di trattative, che sembravano aver regalato più amarezze che gioie ai tifosi nerazzurri, il campo è tornato a farla da padrone ed ha spazzato via ogni dubbio sulla forza della nuova Atalanta. Contro il Monza, i nerazzurri hanno avuto una partenza compassata, dove hanno avvertito la tensione che aleggiava sul Gewiss e dove ad inizio gara hanno sofferto l’intensità del Monza “dell’allievo” Palladino. Poi, con il trascorrere dei minuti sono cresciuti per qualità del gioco proposto e per la continuità con la quale si sono presentati dalle parti di Di Gregorio. Gli osservati speciali (Scamacca e De Ketelaere) hanno fornito una prestazione da applausi, e sono riusciti a portare dalla loro parte anche quella parte di pubblico più diffidente, e che nei giorni precedenti aveva rimpianto a lungo la partenza di Duvan Zapata. La squadra di Gasperini ha vinto una partita non facile per diversi motivi. La sconfitta subita una settimana fa a Frosinone non era certo il migliore dei biglietti da visita con cui presentarsi davanti al pubblico amico. Creava pressione, che non è mai una cosa buona quando hai cambiato tanto e chi è arrivato da poco avrebbe bisogno di tempo per assimilare al meglio i principi di gioco. Ma a De Ketelaere e Scamacca per mostrare le loro qualità, di tempo ne è bastato pochissimo, come vedremo nel seguito dell’analisi.

L’Atalanta ha fornito complessivamente una prova del tutto diversa sotto il profilo atletico rispetto a quella di Frosinone. I ragazzi di Gasperini si sono imposti alla distanza contro una squadra non certo facile da superare sotto questo aspetto. Ma procediamo con ordine dando uno sguardo alle due formazioni iniziali, che si sono praticamente schierate a specchio per quanto riguardava il modulo utilizzato. Per entrambi gli allenatori, difesa a tre e centrocampo a quattro, con qualche piccola differenza solo nella disposizione degli attacchi.

 

Monza e Atalanta nella fase di non possesso si sono affidate a sistemi di marcatura a uomo. I moduli dei due allenatori hanno finito con il creare le coppie in modo “quasi automatico” per zone di campo. I duelli più interessanti si sono visti in fase di non possesso sul centro, dove de Roon si è accoppiato a Pessina, ed Ederson a Gagliardini.

Primo tempo

I primi minuti di gara hanno visto le due squadre iniziare su ritmi particolarmente alti. Per entrambe le formazioni, una fase di non possesso fatta di tanto pressing alto nel tentativo di non far ragionare chi aveva la palla tra i piedi. In questa fase la squadra di Palladino ha mostrato una buona maturità nel partire dal basso (67% di possesso palla al decimo minuto) ed è riuscita in diverse occasioni a disarticolare il sistema di marcature individuali predisposto da Gasperini. Non sono risultati ancora perfetti i movimenti di De Ketelaere e Scamacca sulla prima pressione, anche se questa è una situazione abbastanza comprensibile per due giocatori nuovi ai principi di gioco senza palla di Gasperini.

Una di queste marcature, come abbiamo detto sopra, ha visto de Roon tallonare Pessina, con il nerazzurro che salendo fino al limite dell’area di rigore avversaria ha lasciato scoperta una buona porzione di campo sul centro, che i giocatori di Palladino hanno cercato di sfruttare con i ripiegamenti di Colpani e Caprari, sui quali però hanno montato una guardia ferrea Kolasinac e Scalvini. Va detto che l’olandese ha tolto il respiro al brianzolo, ed il Monza ha faticato ad ordinare la sua manovra finendo con l’affidarsi spesso nei primi quarantacinque minuti al lancio lungo (33 di cui 13 completati).

In fase di possesso, Scamacca si è prodigato in una serie di duelli con Pablo Marin. Il centravanti nerazzurro ha avvertito ad inizio gara un po’ di pressione (3 palle perse nei primi 5 minuti) ma si è imposto con il passare dei minuti dimostrando il suo valore sia giocando spalle alla porta, dove i brianzoli per contenerlo sono ricorsi ad azioni di raddoppio, o addirittura triplicando la marcatura, sia quando si è trattato di finalizzare. Gianluca ha saputo riempire l’area di rigore al momento opportuno, ha tirato con profitto dalla distanza, ed è stato immarcabile nel gioco aereo. L’Atalanta pare aver trovato il suo bomber, e lui ha trovato “l’ambiente ideale” per confermarsi come ha detto a fine partita.

De Ketelaere ha ricevuto in più occasioni i complimenti di Gasperini, sia per l’intelligenza tattica con la quale si è mosso sul campo, riempiendo o svuotando lo spazio nel momento opportuno, ma anche per la qualità con la quale ha partecipato alla manovra dei nerazzurri ordinandola. In occasione del secondo gol di Scamacca, è stato proprio il suo taglio (da destra verso la sinistra del fronte d’attacco) a creare lo spazio per la conclusione di Gianluca. Abbiamo capito dalla prestazione del belga di ieri sera che è difficile accostarlo ad altri giocatori. De Ketelaere non è Ilicic, ma ha tanta tanta (la ripetizione è voluta) qualità nei suoi piedi. Sa giocare a ritmi bassi, ma all’occorrenza sa cambiare passo e puntare l’area di rigore. L’intesa con i compagni è parsa già molto buona (lui e Scamacca si sono cercati spesso), ma si affinerà con il tempo. Molto bene.

 

Nel primo tempo, non sempre Koopmeiners è riuscito a giocare là dove Gasperini voleva, ovvero molto vicino a Scamacca, mentre Ederson e Kolasinac hanno dato vita a una buona prestazione. Il brasiliano è stato perfetto nelle chiusure e altrettanto abile a inserirsi sulla trequarti. Il secondo è stato così bravo che sembra abbia fatto il braccetto nella difesa di Gasperini da sempre, visto come ha assimilato alla perfezione i principi di gioco del tecnico di Grugliasco. Bravo anche Ruggeri nelle due fasi di gioco. Puntuale e preciso in copertura e propositivo e dinamico in fase di possesso, con la solita quantità di cross messi sul centro, che ora, con Scamacca, possono veramente fare male.

 

Gasperini ha lasciato l’undici iniziale in campo per 75 minuti, così da farlo lavorare a lungo e trovare al contempo il ritmo gara, ed ha messo mano ai cambi solo nel finale, da prima sostituendo la batteria degli esterni. Bakker si è messo in mostra con un paio di numeri, anche se la crescita di Ruggeri lo costringerà a sgomitare con il ragazzo di San Giovanni Bianco per guadagnarsi la titolarità. Sul lato opposto, Holm si è fatto vedere con una buona sovrapposizione interna e con un colpo di testa con il quale ha sfiorato il gol del 4-0 nei minuti finali di gara. Anche la coppia formata da Muriel e Lookman che ha preso il posto di quella formata da De Ketelaere e Scamacca si è comportata molto bene, levando qualsiasi dubbio anche per quanto riguarda la profondità dell’attacco in attesa del rientro di El Bilal Tourè.

Tornando invece ai temi della gara, se nel primo tempo Atalanta e Monza si sono affrontate con fasi di non possesso speculari ed intense, nella ripresa la squadra nerazzurra ha alternato fasi di pressing alto a fasi dove ha rifiatato e si è posizionata con un baricentro basso. Il Monza non è mai riuscito a giocare in verticale perché gli uomini di Gasperini hanno coperto bene lo spazio ed hanno concesso ai brianzoli solo un innocuo giro palla orizzontale.

 

Per chiudere andiamo a dare un’occhiata anche ai numeri della partita. L’Atalanta ha avuto un dato di possesso palla inferiore al Monza (41%), ma ha creato decisamente di più, 18 tiri a 8, centrando la porta in 8 occasioni. Sono stati 1.96 gli xG creati dai nerazzurri, contro i soli 0.37 messi assieme dagli uomini di Palladino. La squadra di Gasperini è entrata nell’area avversaria per 13 volte (3 per il Monza) ed è stata quindi più profonda rispetto ai biancorossi. Sui piedi degli uomini di Gasperini sono capitate l’81% delle chances da rete create nei 90 minuti, e l’aspettativa in punti per i nerazzurri con questo modello di xG è stata di 2.57.

La convincente vittoria dell’Atalanta ha spazzato via in un colpo solo le nubi che si addensavano sul Gewiss dopo il finale di mercato. Il campo ci ha detto che questa squadra è più forte rispetto a quella della passata stagione, e che D’amico e Congerton hanno operato bene, nonostante il mancato arrivo del centrale. A quello si rimedierà a gennaio, se sarà il caso. Il recupero di Touré garantirà poi ulteriore profondità ad un attacco che già ora è attrezzato a sufficienza per fare molto male alle avversarie di turno in Italia e in Europa. Fiducia.