P er la seconda volta consecutiva l’Atalanta è stata protagonista del posticipo del lunedì sera, chiudendo di fatto la trentunesima giornata di campionato. Conoscere il risultato delle altre partite non ha costituito un vantaggio, ne ha influito sul modo con cui l’Atalanta ha affrontato la partita (troppe le partite ancora da giocare), ma ha reso possibile ragionare sui possibili scenari futuri in base al risultato che i nerazzurri avrebbero ottenuto. La squadre che rincorrevano (e rincorrono) l’Atalanta erano di fatto rimaste ferme a 44 punti (-5 prima della sfida contro la Roma) sempre guidate dal Bologna, uscito sconfitto per 2-1 dalla sfida contro il Verona. Chi le stava davanti invece, ovvero Milan ed Inter che sono le squadre più vicine, avevano invece allungato vincendo le rispettivamente contro il Lecce (2-0) ed Empoli (3-0). Prima della sfida, l’Atalanta era la squadra su cui chi le stava davanti e dietro, misurava il proprio vantaggio o svantaggio per un posto in Europa la prossima stagione. Dopo la gara del Gewiss, l’Atalanta ha ora delle certezze in più. I nerazzurri sono tornati di diritto nel gruppetto delle prime del campionato e con ogni probabilità ci staranno fino alla fine, visto che ora il distacco su chi le sta dietro è di 8 punti. La sua forma di gioco reattiva ha pagato i dividendi per la seconda volta di fila in campionato. I quattro centrocampisti schierati contemporaneamente da Gasperini (de Roon, Pasalic, Ederson e Koopmeiners) le hanno dato solidità nel corridoio centrale ed hanno messo sabbia negli ingranaggi della Roma di Mourinho. Ultima, ma non meno importante, il Gewiss ha capito l’importanza (e l’insistenza di Gasperini è stata premiata) di aver recuperato Zapata.