Atalanta, lo studio dei dati e quel «non possesso» che infastidisce (e non è una novità)

scheda. La seconda parte dell’analisi di Gianluca Besana

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N el giro di tre giorni, l’Atalanta di Gasperini si è trovata ad affrontare due avversarie molto toste sotto l’aspetto atletico e con idee tattiche simili. Sia lo Sturm Graz che l’Udinese, al netto di una qualità complessiva differente, hanno giocato una fase di non possesso molto intelligente, e hanno cercato di far male ai nerazzurri praticando un gioco molto verticale. Più organizzato quello dei friulani, che in avanti potevano vantare di interpreti assolutamente diversi rispetto a quelli dello Sturm Graz. Più elementare, ma lo stesso molto fastidioso quello degli austriaci, che “sparavano” la palla in avanti e salivano in pressione. Due gare in cui l’Atalanta è uscita imbattuta, ma che hanno richiesto un dispendio energetico non indifferente. Dopo la partita contro gli austriaci lo avevamo previsto, e forse proprio per questo motivo, ed al netto degli indisponibili, Gasperini ha praticato del turnover a inizio gara, schierando in campo un undici inedito. La formazione iniziale dei nerazzurri ha incontrato molte difficoltà, e dopo i primi promettenti minuti, almeno dal punto di vista del controllo del gioco, si è andata eclissando, producendo un gran numero di palle perse sulla trequarti, e poi diventando sempre più farraginosa nella gestione della sfera, riuscendo con sempre maggiori difficoltà ad arrivare in conduzione oltre i sessanta metri. Ad infastidire il gioco dei nerazzurri è stata la fase di non possesso dell’Udinese. Chi ha condotto la palla tra i ragazzi di Gasperini lo ha potuto fare indisturbato sino alla metà campo, ma dopo ha dovuto fare i conti con le continue aggressioni dei bianconeri, che schierati con un centrocampo a cinque non hanno concesso nessun varco sul centro (come mostra l’immagine sotto), così come non sono andati in difficoltà sulla circolazione della palla da lato a lato.