Atalanta, la vittoria di Torino in controluce: serve l’episodio per sbloccare il limbo tattico della manovra

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

Lettura 5 min.

L’ Atalanta si è rimessa in carreggiata con una vittoria netta a Torino, arrivata appena quattro giorni dopo il tracollo europeo di Parigi. Il 3-0 firmato tra il 30’ e il 38’ ha sciolto tensioni e restituito ossigeno alla classifica, ma non ha cancellato del tutto i limiti emersi a inizio stagione. Anche contro il Torino, la squadra di Juric ha mostrato un approccio forse troppo prudente nei minuti iniziali. Ancora una volta , il possesso palla è stato utilizzato più per controllare il ritmo che per creare pericoli alla porta di Israel, mentre la costruzione bassa è stata spesso forzata oltre il necessario, e i nerazzurri hanno finito con l’utilizzare con frequenza la palla lunga su Krstović. Soluzione che ha funzionato in modo intermittente nel produrre vantaggi posizionali. La partita, come già accaduto contro il Lecce, non si è sbloccata per continuità di manovra. Se a Bergamo era bastato un corner convertito da Scalvini per rompere l’equilibrio; a Torino lo strappo che ha prodotto il gol dell’1-0 è nato da un’invenzione di Samardžić. Da lì l’Atalanta ha interpretato meglio il contesto, ha attaccato gli spazi che i granata hanno inevitabilmente concesso e ha gestito con ordine fino alla parata di Carnesecchi sul rigore di Zapata, episodio che ha congelato la gara. In sintesi: la vittoria ha dato fiducia e ha mostrato carattere, ma ha anche ribadito alcuni tratti ricorrenti del nuovo ciclo (avvii lenti, possesso di controllo, costruzione non sempre fluida) che andranno raffinati nelle prossime partite.