Come Krstovic può integrarsi nell’attacco dell’Atalanta: alternativa a Scamacca, o con Scamacca (e gli altri)

scheda. L’analisi di Gianluca Besana

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A un paio di settimane dalla chiusura del mercato, l’Atalanta ha messo a segno un colpo rapido e mirato: un’operazione strategica, pensata per bruciare la concorrenza – Napoli in primis – e assicurarsi Nikola Krstovic prima che sull’attaccante si potesse scatenare una vera e propria asta. Il centravanti montenegrino arriva dal Lecce per rinforzare un reparto offensivo che, orfano di Retegui, continuava a ruotare attorno a Scamacca ma necessitava di nuove soluzioni in vista di una stagione lunga e piena di impegni. E’ però bene ricordare che Krstovic non era la prima opzione per la dirigenza nerazzurra: in cima alla lista c’era Rodrigo Muniz, brasiliano reduce da una buona annata al Fulham era considerato il profilo ideale per completare l’attacco di Ivan Jurić, vista la sua capacità di giocare in modo rapido in spazi stretti. La trattativa è stata portata avanti a lungo, ma si è arenata quando il club inglese ha alzato la richiesta a circa 50 milioni di euro: una cifra fuori scala per le casse nerazzurre e incompatibile con la filosofia gestionale dei Percassi. Con Muniz sfumato, l’Atalanta ha quindi virato con decisione su Krstovic, giocatore con caratteristiche diverse rispetto al brasiliano ma già testato in Serie A. Da qui la mossa rapida: operazione chiusa con il Lecce per 25 milioni più bonus, fino ad arrivare ad un massimo di 30. Seppur non c’è stato nessuno sconto da parte del club salentino, deciso a monetizzare al massimo il valore del proprio centravanti, l’Atalanta può ritenersi soddisfatta perché nel giro di un paio di giorni ha sistemato due caselle importanti del suo scacchiere (l’esterno sinistro, Zalewski, e il centravanti, Krstovic), ingaggiando giocatori under 25, migliorabili, e per cifre abbordabili.