Come si spiega l’Atalanta/2 Il gioco sempre uguale ha perso qualità, e l’arma numero 1 si è ritorta contro Gasp

scheda.

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L a stagione 2021/22 è finita. Molti di noi metterebbero volentieri l’avverbio “finalmente” davanti al participio “finita”, perché soprattutto il girone di ritorno, il cammino dei nerazzurri ha assunto i toni di un vero e proprio calvario. È inutile nascondercelo, sono state diverse le cose che non hanno funzionato, e tra queste va annoverata la qualità del gioco espresso dai nerazzurri.

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Lo scorso anno di questo tempi, ci eravamo occupati dei vantaggi di un “gioco sempre uguale” e replicato nel tempo da un gruppo ristretto di giocatori (i titolarissimi), che di stagione in stagione affinavano sincronismi e sinergie. Questo tipo di gestione nascondeva implicitamente dei rischi, che avevamo solo tratteggiato nell’analisi dello scorso anno, perché fortunatamente non ci fu motivo di approfondirli. Purtroppo queste insidie che parevano non toccare la squadra di Gasperini si sono concretizzate tutte assieme in questa stagione. Vediamo di analizzarle di seguito per punti.

Il gruppo ristretto

Come descritto nell’analisi dello scorso anno, i vantaggi di lavorare con un numero ristretto di giocatori è facilmente intuibile. I calciatori in questione affinano la conoscenza dei compagni, e con loro creano delle collaborazioni che raffinano e strutturano fino ad esplicarle in maniera perfetta.