L a stagione 2024/25 dell’Atalanta si è conclusa domenica sera ed ha sancito la conquista, o meglio il mantenimento, della terza posizione in classifica, che garantirà all’Atalanta di partecipare alla prossima Champions League. Un risultato storico, come ha più volte sottolineato Gian Piero Gasperini, ottenuto con due giornate d’anticipo, e lo è ancor di più se si considera che, mentre per l’Atalanta giocare nella massima competizione europea è diventata quasi un’abitudine (la prossima sarà la quinta partecipazione), questo traguardo resta una chimera per altri club metropolitani dello stivale. La stagione dell’Atalanta non è stata però lineare, e nemmeno in crescendo, e su questo ed altri aspetti della stagione appena conclusa rifletteremo nei prossimi appuntamenti qui su Corner, ma ora, a bocce calde è giusto partire da una riflessione complessiva che riguarda la stagione appena passata in archivio. L’inizio non è stato certo dei più brillanti, con l’appuntamento della Supercoppa europea giocata a Varsavia e le prime giornate di campionate pesantemente condizionate dal mercato. I nerazzurri sono partiti zoppicando, ma poi, per tutto il resto della prima parte della stagione hanno espresso un calcio muscolare e di assoluta qualità. Dal pareggio per 1-1 contro il Bologna del 28 settembre, a quello sempre per 1-1 dell’Olimpico contro la Lazio del 28 dicembre, la squadra di Gasperini ha infilato ben 11 vittorie consecutive, impartendo tra le altre cose una dura lezione ai futuri campioni d’Italia del Napoli, battuti al Maradona con un perentorio 3-0.
In queste 11 partite l’Atalanta ha segnato 31 reti (2.81 di media a gara), subendone solo 5. La squadra di Gasperini ha superato per intensità tutte le avversarie incontrate, mostrando (complessivamente) uno stato di forma eccezionale. L’ottima condizione atletica le ha consentito di esprimere al meglio l’idea di calcio del tecnico di Grugliasco.