Ecco perché non funziona l’Atalanta con de Roon dietro. Incredibile Carnesecchi: più passaggi di Cdk e Lookman

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

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L a seconda analisi di Cremonese-Atalanta parte da una constatazione. L’Atalanta di Jurić non sta crescendo e continua a dare l’impressione di essere una squadra bloccata, prigioniera di un’idea di gioco che non ha ancora trovato equilibrio. Il tentativo di costruire un calcio più controllato e razionale non ha prodotto benefici né sul piano del gioco né su quello dei risultati. I pareggi si sono accumulati, le prestazioni sono rimaste piatte e la sensazione è quella di un gruppo che fatica a riconoscersi nella nuova identità. L’Atalanta, non riesce più a mettere sotto chi le si para di fronte, indipendentemente da che tipo di avversaria affronta. Tiene palla senza essere dominante, è organizzata ma poco incisiva, più impegnata a gestire che a vincere. Ma veniamo ora a quanto si è visto (o non si è visto) a Cremona. Tra le scelte di Jurić, quella di arretrare de Roon nel terzetto difensivo è stata la più inattesa. Non dettata da necessità o emergenze di formazione, la mossa è apparsa fin da subito difficile da interpretare. L’olandese è stato schierato sul centro-sinistra con l’obiettivo dichiarato di migliorare l’uscita palla e dare alla squadra una costruzione più fluida. In realtà, la novità ha prodotto l’effetto opposto. In fase di possesso l’Atalanta si è sistemata in un 4-2-3-1, con de Roon che si allargava e Pašalić che si abbassava a supporto della prima costruzione. L’idea era quella di rendere più lineare il giro palla e aprire il campo ai quinti, ma il risultato è stato un palleggio lento, prevedibile e facilmente leggibile per la Cremonese.

I numeri hanno raccontato una squadra dominante solo nelle statistiche. Il 62% di possesso e i 245 passaggi riusciti nella prima ora di gioco non si sono tradotti in vantaggi concreti, perché la manovra si è spenta al limite dell’area. L’Atalanta ha costruito tanto ma male, con linee di passaggio chiuse e scarsa verticalità immediata. de Roon ha garantito ordine nel primo tocco, ma non ha offerto progressione. La squadra ha faticato a trovare connessioni tra i reparti e ha finito per muovere il pallone in orizzontale, senza mai forzare l’avversario. La disposizione più “ibrida”, pensata per dare libertà di movimento, ha finito per togliere intensità e ritmo, trasformando il possesso in una forma di autoconservazione, specialmente nel primo tempo.