Fiorentina-Atalanta, match analysis. I perché della sconfitta proiettati sul ritorno (con Italiano non è mai facile)

scheda. L’analisi di Gianluca Besana

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A talanta e Fiorentina non hanno mai fatto mistero delle proprie ambizioni: entrambe vorrebbero vincere la Coppa Italia, che manca dalle loro bacheche da troppo tempo. Per i nerazzurri si tratta di un’assenza lunghissima, che dura dal lontano 2 giugno 1963, quando il capitano Gardoni sollevò il trofeo con accanto Domenghini, il goleador di giornata che rifilò tre reti al Torino. Per la Fiorentina il lasso temporale è più breve, ma comunque sempre troppo per un club metropolitano e che si sente una grande del calcio italiano. I viola alzarono per l’ultima volta il trofeo al termine della stagione 2000/2001, quando batterono nella doppia finale il Parma di Renzo Ulivieri.

Al Franchi si affrontavano due squadre diverse nei moduli con cui solitamente si schierano in campo (4-2-3-1 per i viola, 3-4-1-2 per i nerazzurri), ma simili nei principi di gioco, essendo Italiano un “figlioccio” di Gasperini. Le statistiche di stagione che vedete in grafica qua sopra ce lo confermano. Le due formazioni mostravano dati simili per quel che riguardava la fase di non possesso, con un numero elevato di duelli (i più alti in A) per entrambe le formazioni. Simili anche i dati relativi al PPDA, alle palle perse, a quelle recuperate, e ai tiri per 90 minuti. Dai dati pre gara emergeva una qualità maggiore dei nerazzurri per quel che riguardava la fase offensiva (che purtroppo poi non si è vista nell’arco dei 100 minuti di gara), con l’Atalanta marcava una differenza piuttosto netta nelle reti segnate per 90 minuti (1.9 contro 1.42) e per gli xG creati (1.81 contro 1.59). C’era dunque da aspettarsi una partita “maschia”, come in realtà è poi stata.