Inter-Atalanta 1-0, match analysis. Le scelte di Gasp e il tentativo di giocarla «diversa»

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S olo un paio di settimane fa Mourinho, riferendosi alla Coppa Italia, l’ha definita “la peggior competizione d’Europa”. Non tanto per la qualità del torneo, che resta il secondo trofeo per importanza a livello nazionale, ma per la sua formula “ingessata”, che premia i club di vertice a discapito delle altre formazioni. Una competizione “senz’anima”, che in passato è stata a volte snobbata dai club più importanti, ma che quest’anno per diverse ragioni è tornata al centro delle attenzioni di molti. Lo è per la Juventus ad esempio, che in attesa dei ricorsi resta lontanissima dalle posizioni che portano in Europa. Lo è (o meglio lo era) per l’Atalanta. Ma lo è anche per l’Inter e gli altri club di vertice, che con il Napoli ormai lontano in campionato, vedono nella Coppa Italia l’occasione di assicurarsi un titolo nella stagione in corso. Per tutte queste ragioni, Atalanta e Inter non hanno affatto snobbato il quarto di finale giocato a San Siro, e si sono sfidate con formazioni titolari o quasi.

Cominciamo dall’undici schierato da Inzaghi. Il modulo utilizzato dal tecnico piacentino è stato l’usuale 3-5-2, con poche variazioni rispetto all’undici iniziale schierato a Cremona lo scorso sabato. Nei tre di difesa De Vrij ha sostituito Bastoni. In mezzo al campo, fuori Gagliardini e dentro Barella, mentre sulla corsia di sinistra spazio a Gosens che ha preso il posto di Di Marco. In attacco Lukaku ha sostituito Dzeko, ed ha fatto coppia con Martinez. Gasperini gli ha risposto con il 3-4-2-1. Il tecnico di Grugliasco ha dovuto fare i conti con l’assenza di Palomino (sostituito ancora una volta da Djimsiti), mentre in avanti ha rinunciato in partenza a Lookman ed Hojlund, ai quali ha preferito Pasalic e Zapata. Questa volta il sistema di marcature predisposto da Gasperini è parso più mascherato, per via dell’atteggiamento attendista avuto dall’Atalanta per almeno 50 minuti di gara.