Inter-Atalanta 3-2, match analysis. L’inizio «sciagurato» e lo squilibrio coi cambi obbligati

scheda. La match analysis

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Dopo una settimana foriera di buone notizie per l’Atalanta, i nerazzurri erano attesi dal difficilissimo impegno di San Siro. Ad aspettarli c’era l’Inter di Inzaghi, reduce dalla vittoria in Coppa Italia di mercoledì, e alla ricerca del punto che le avrebbe garantito la matematica partecipazione alla prossima Champions League. A fare da cornice alla gara tra le due formazioni nerazzurre, un San Siro colmo in ogni ordine di posto, che ha prima meritato il giusto tributo ai propri beniamini per la vittoria della Coppa Italia, poi li ha incitati per tutti i 90 minuti, e alla fine salutato la squadra che non giocherà più a San Siro prima della finale di Istanbul contro il City. L’Atalanta ha trovato così un ambiente molto caldo, anche se i giocatori di Gasperini a questi tipi di sfide sono abituati anche per via della ormai “lunga” militanza nelle competizioni europee. Proprio quelle competizioni (non sappiamo ancora quale) che l’Atalanta tornerà a giocare dalla prossima stagione. Il tecnico nerazzurro aveva sottolineato in settimana che la sesta qualificazioni da lui guadagnata da quando siede sulla panchina dai nerazzurri è stata accolta con estrema soddisfazione da lui e dai suoi ragazzi. Una notizia che ha rinnovato l’entusiasmo del gruppo da lui guidato e che il gruppo Atalanta avrebbe riversato sul campo negli ultimi due impegni a cui erano attesi.

 

L’avversaria di turno era però una squadra tosta, la più completa per rosa del campionato, e con ogni probabilità la squadra più in forma di questo finale di stagione. Un’occhiata al confronto statistico delle due squadre faceva balzare subito all’occhio la differenza (abbastanza marcata) di valori.

L’Inter, prima della sfida contro l’Atalanta aveva segnato di più (67 reti a 59), creato più occasioni per 90 minuti (8 a 6), tirato di più (15 a 12 per 90 minuti), messo a segno più xG (2.2 a 1.63) e ne aveva concessi di meno (1.15 a 1.27). I ragazzi di Inzaghi nell’attuale Serie A hanno avuto un maggior controllo del gioco rispetto all’Atalanta (53% a 50% di possesso palla), con una maggior precisione nella distribuzione (86% contro 83% di passaggi completati). A favore della squadra di Gasperini deponevano le statistiche di non possesso: più azioni di pressing collettivo (22 a 20) e più duelli (164 a 146). C’era però da tenere in considerazione che su queste statistiche, nell’anticipo di sabato sera, avrebbe sicuramente inciso l’impossibilità di gestione delle energie per la squadra di Gasperini per via delle tante assenze. Era (al solito) molto lunga la lista degli indisponibili in casa Atalanta. Per sei di questi (Vorlicky, Hateboer, Zapata, Soppy, Ruggeri, Palomino) la stagione è da considerarsi finita. A questi, nella gara contro l’Inter si è aggiunto anche Boga per cui si nutre però la speranza di poterlo recuperare per la partita contro il Monza. Recuperato invece Zappacosta.

Per Inzaghi il solo giocatore indisponibile era Correa. Il tecnico piacentino pur avendo paventato in settimana un possibile turnover di “qualità” (così lo ha definito Inzaghi) per gestire le forze dei suoi da qua al termine della stagione, ha poi schierato uno degli undici migliori a sua disposizione.

 

Atalanta ed Inter sono scese in campo con le formazioni che potete vedere rappresentate in grafica qua sopra. Per l’Inter il modulo tattico iniziale è stato il 3-5-2, mentre Gasperini gli ha risposto con il solito 3-4-2-1.

Primo tempo

All’Inter sono bastati due minuti e mezzo per schiantare l’Atalanta. In una gara che avrebbe dovuto vedere i nerazzurri modulare la propria intensità e l’altezza delle proprie linee, la squadra di Gasperini è partita accentuando il pressing e le responsabilità individuali. Alla formazione di Inzaghi non deve esser parso vero di vedersi regalare due facili ripartenze in verticale nei primi due minuti di gioco, con la linea di difesa dell’Atalanta piazzata sulla mediana e con una disposizione non ottimale per vie delle marcature predisposte da Gasperini. Nessun aiuto di reparto quindi, e massima responsabilità individuale, con un miss match abbastanza evidente proposto dalla marcatura di Djimsiti nei confronti di Lukaku. Un confronto improponibile in campo aperto che purtroppo l’Inter ha pienamente sfruttato.

L’uno due dell’Inter ha portato la firma di Lukaku (xG 0.51), e Barella (xG 0.37). Il belga ha letteralmente lasciato sulle gambe l’intera difesa nerazzurra schierata a metà campo, e dopo soli 39 secondi si è involato verso la porta di Sportiello, battendolo. Sempre sviluppata partendo da una ripartenza la seconda rete dell’Inter, che è stata poi conclusa dal terribile destro di Barella che si è infilato sotto l’incrocio di sinistra della porta difesa da Sportiello.

All’Atalanta è servito un buon quarto d’ora (e un’altra rete annullata per fuori gioco a Çhalanoglu) per sistemarsi e prender le giuste misure alla squadra di Inzaghi. Da lì in poi l’Atalanta ha avuto la possibilità di gestire la palla, con l’Inter che ha ripiegato e lasciato fare alla squadra di Gasperini. L’Atalanta è arrivata con una certa continuità sulla trequarti ma non si è mai resa pericolosa, mentre ad essere molto pericolosa è stata ancora una volta la gestione della fase di non possesso della squadra dei nerazzurri.

Le marcature individuali hanno continuato a creare problemi all’Atalanta che ha finito per allungarsi e a sfilacciarsi in diverse occasioni. I giocatori di Inzaghi si sono dimostrati molto bravi ad attirare fuori posizione i nerazzurri, con una gestione perfetta del possesso palla nelle zone più basse del campo. Da lì l’Inter faceva poi partire delle rapide verticalizzazioni, partite dai piedi dei due registi bassi (Çhalanoglu e Barella), sempre gestite con estrema difficoltà dai nerazzurri.

La fase migliore la squadra di Gasperini l’ha giocata dopo la mezz’ora, quando le sue azioni offensive hanno avuto una gestione più corale. L’Atalanta ha accompagnato i suoi possessi con almeno otto giocatori di movimento. E’ bastato così aumentare la velocità di circolazione della palla per creare superiorità numerica sul ribaltamento di lato.

Il gol dell’uno a due è arrivato al 36’ minuto. A segnarlo è stato Pasalic (xG 0.49) bravo a spingere in rete una palla a seguito di una mischia sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Koopmeiners.

 

Al termine della prima frazione di gioco, l’Atalanta ha gestito la palla per il 46% del tempo di gioco, con una precisione dei passaggi dell’87%. La squadra di Gasperini è arrivata alla conclusione 8 volte (3 in porta) ed ha messo a segno 0.85 xG.

 

La squadra di Inzaghi ha gestito la palla per una quantità di tempo maggiore (54%) e con maggiore qualità (89% di passaggi completati). La squadra di Inzaghi ha tirato di più (11 di cui 7 in porta) mettendo a segno 1.28 xG.

Secondo tempo

Le squadre si sono presentate in campo all’inizio del secondo tempo con gli stessi ventidue. Questa volta l’Atalanta ha cercato di ragionare di più con la palla tra i piedi rispetto all’inizio di gara, e di addomesticare in questo modo i tempi di gioco. L’Inter si è all’inizio adeguata non avendo nessun motivo per forzare e si è “accontentata” di gestire le ripartenze, con Barella sempre molto bravo e lucido nel far correre Lukaku e Martinez. Con l’Atalanta chiamata ad alzare le sue linee e a fare la partita, sono stati diversi i corridoi in cui la squadra di Inzaghi si è potuta infilare.

Dopo il 50’ minuto l’Inter ha aumentato la sua intensità, per non concedere troppo campo alla squadra di Gasperini, ed ha cosi ristabilito una certa supremazia in fase di possesso. Nel frattempo, a bordo campo Lookman ha intensificato il suo riscaldamento. Gasperini ha aspettato il sessantesimo minuto prima di inserire Ademola, perché c’era da riflettere sui delicati equilibri che il tecnico di Grugliasco era riuscito ad ottenere e che si basavano proprio sulla contemporanea presenza dei quattro centrocampisti sul terreno di gioco. A fargli posto alla fine è stato Pasalic, che era il più avanzato dei quattro, ma che era anche il controllore di Brozovic, uno dei “cervelli” di metà campo dell’Inter. L’adeguamento in fase di non possesso per i nerazzurri ha visto da lì in poi Koopmeiners occuparsi del croato. Nei minuti seguenti la gara non ha avuto un vero padrone, con le due squadre che si sono controllate senza esporsi a grossi rischi.

Il vero azzardo tattico Gasperini se l’è giocato ad una ventina di minuti dalla fine, quando ha inserito Muriel al posto di Ederson. Da lì in poi l’Atalanta ha avuto una marcata propensione offensiva, ma anche minor equilibrio.

Ad arrivare al tiro con maggior frequenza è stata di fatto la squadra di Inzaghi, che ha poi triplicato al minuto 76 con Martinez (xG 0.44). Ancora una volta la squadra di Inzaghi ha colto le linee dell’Atalanta troppo alte e le ha punite con una rapida verticalizzazione.

Il gol dell’Inter ha definitivamente spezzato l’equilibrio che l’Atalanta era riuscita con grande fatica a ricostruire dopo l’avvio shock di gara. I minuti finali hanno visto la squadra meneghina in totale controllo della gara, mentre la squadra di Gasperini non ha avuto più la forza di assaltare con decisione la porta difesa da Onana. A ridurre le distanze per i nerazzurri ci ha pensato Muriel, che al minuto 91 ha colpito dalla distanza sugli sviluppi di una punizione (xG 0,01) ed ha donato a Gasperini ed ai suoi 2 minuti di ulteriori speranze.

 

L’Inter si è così aggiudicata la sfida di San Siro con un 3-2 sul quale l’Atalanta può e deve rimproverarsi una partenza del tutto sciagurata. La grafica di Infogol relativa agli xG prodotti dalle due squadre ci dice che la vittoria degli uomini di Inzaghi è stata suggellata da una produzione offensiva superiore per numero (20 tiri ad 11) e per qualità (2.27 xG a 1.04 xG). Per gli uomini di Gasperini, come abbiamo accennato sopra, c’è il grande rammarico di aver in sostanza gettato da subito alle ortiche la possibilità di uscire con un risultato positivo da San Siro, regalando un doppio vantaggio ad una squadra che di regali non ne aveva assolutamente bisogno.

La sconfitta non fa però male più di tanto, perché la squadra di Gasperini mantiene un punto di vantaggio nei confronti della Roma di Mourinho, sconfitta a Firenze per 2-1 nel pomeriggio, e sarà padrona del suo destino nella sfida contro il Monza nell’ultima giornata di campionato. Le possibilità di partecipare alla prossima Europa League (sarebbe un grandissimo risultato) restano intatte, anzi, incrementate dal fatto che ora mancano solo 90 minuti.