L’Atalanta con l’attacco leggero piace? Sì: verticale e imprevedibile, ma anche più vulnerabile. Nei dati il peso di Ahanor

scheda. L’approfondimento di Gianluca Besana

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L a sfida tra Atalanta e Como giocata sabato alla New Balance Arena è stata una partita intensa e tatticamente equilibrata. L’Atalanta, ancora segnata dalle assenze, ha iniziato con aggressività, trovando subito il vantaggio con Samardžić dopo una pressione alta ben eseguita. Il Como ha reagito con calma, ha consolidato il possesso e ha raggiunto il pari con Perrone, sfruttando una disattenzione nella costruzione nerazzurra. Da lì in avanti la gara si è assestata su ritmi alti, con due squadre che hanno alternato momenti di dominio territoriale e ripartenze dirette. Nel secondo tempo Fàbregas ha inserito Morata per dare profondità, peso offensivo e cercare la zampata vincente, mentre Juric ha risposto con cambi mirati a ristabilire equilibrio e intensità. L’1-1 finale ha fotografato fedelmente l’andamento del match: equilibrio nel possesso (50%), xG quasi identici (1.09 Atalanta; 1.21 Como) e una sensazione di maturità crescente in entrambe le squadre. L’Atalanta, pur senza vincere, ha mostrato solidità e progressi evidenti, confermando come il lavoro di Juric stia cominciando a dare forma e riconoscibilità alla nuova identità dei nerazzurri.

L’Atalanta ha affrontato il Como con una struttura tattica atipica, figlia delle numerose assenze che hanno condizionato le scelte di Juric. L’allenatore ha rinunciato a un riferimento centrale vero e proprio, optando per un attacco “leggero”, in cui Lookman e Kamaldeen hanno condiviso responsabilità e spazi d’azione. Il nigeriano ha agito più vicino alla porta, ma con libertà di muoversi incontro al pallone per collegare le linee; il ghanese, invece, è rimasto più largo sul lato sinistro, cercando ampiezza e profondità. Questa disposizione ha permesso alla squadra di mantenere fluidità offensiva, ma ha inevitabilmente condizionato il modo di costruire.

Senza un punto di riferimento fisso e per sfruttare le caratteristiche dei suoi terminali offensivi, l’Atalanta ha preferito sviluppare azioni verticali rapide piuttosto che un possesso articolato. In più di un’occasione, la costruzione dal basso è stata eseguita con l’intento di “alzare” il Como. Ederson e Pasalic hanno cercato di superare la linea di pressione con lanci diretti verso le corse degli esterni o con passaggi tra le linee per Lookman. Questo tipo di gioco ha reso la squadra pericolosa quando riusciva a trovare il tempo giusto della verticalizzazione, ma l’ha anche esposta a fasi di perdita del controllo del ritmo.