L’Atalanta e il dibattito sulla costruzione dal basso. Come e perché si gioca così: prima parte dell’analisi

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S ui quotidiani sportivi italiani da diversi mesi ha preso corpo una polemica del tutto “nostrana” che riguarda la costruzione dal basso. L’abbiamo definita “nostrana” proprio perché solo da noi i detrattori hanno trovato terreno fertili tra tifosi, giornalisti e commentatori. Sull’argomento si sono fatte a volte le giuste considerazioni, mentre molte altre volte se ne è parlato del tutto a sproposito, come nel post partita della gara di Madrid. Lo scritto che segue è strutturato in due parti, nelle quali abbiamo cercato di fare un po’ di chiarezza sull’argomento, che ha suscitato diversi discussioni anche nei post della pagina Facebook di Corner. La prima parte è questa, la seconda sarà pubblicata mercoledì 31. Ma partiamo proprio da l’episodio che ha riguardato Sportiello nella gara contro il Real. Nel post partita anche tecnici del calibro di Capello, hanno citato la costruzione dal basso in modo non appropriato, accusando i giocatori di Gasperini di aver “abusato” di tale soluzione, innescando una polemica poi allargata all’intero panorama del calcio italiano. Nell’occasione del primo gol realizzato dai blancos, l’estremo difensore dell’Atalanta era stato chiamato in causa dal compagno di squadra de Roon, che aveva eseguito un retropassaggio. Nell’occasione Sportiello non era pressato da nessun avversario, e non ha tentato di passare la palla ad un compagno di squadra. Il numero uno nerazzurro ha semplicemente tentato di rinviare, ma ha sbagliato a calciare, finendo per servire involontariamente Modric. Per queste ragioni, in quell’episodio la costruzione dal basso non c’entra assolutamente nulla.

Ma come ben sappiamo, i detrattori di questa fase di gioco hanno impugnato penne e microfoni e si sono messi ad inveire contro quella che per loro è solo una “moda” un po’ assurda, che prevede un abuso del palleggio a fini estetici. Ovviamente queste analisi sono assolutamente superficiali, e sviliscono il lavoro di molti allenatori e dei rispettivi staff, che provano e riprovano diverse soluzioni per poi intraprendere la via più prolifica.