L’Atalanta e il nuovo modulo. Gosens in difficoltà? L’analisi dei dati dice di no: ha cambiato il modo di essere decisivo

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N ella gara di domenica sera al Franchi, Gasperini ha riproposto in avvio di gara e per la terza volta consecutiva una difesa formata da quattro elementi. Come sappiamo bene, ogni modifica apportata ad un sistema di gioco comporta per ogni interprete una variazione dei propri compiti, sia in fase di possesso che in quella di non possesso. Alcuni giocatori ne hanno tratto beneficio (ad esempio Malinovskyi), perché la nuova posizione ne esalta le caratteristiche; altri “sembrano” invece entrati in una fase involutiva. Abbiamo messo in virgolettato la parola “sembrano”, proprio perché queste situazioni meritano un approfondimento che deve tenere in considerazione alcuni aspetti sicuramente non secondari. Molti lettori di Corner ad esempio, hanno avuto “l’impressione” che tra i giocatori “peggiorati” si debba annoverare il tedesco Gosens. Facciamo qui una doverosa premessa. Quando giudichiamo le prestazioni di un giocatore della nostra squadra preferita, il nostro cervello è portato a crearsi delle aspettative positive, basate sulle “migliori” prestazioni precedenti. Per questa ragione, da un giocatore come Gosens ci aspettiamo un continuo contributo a livello offensivo. Da lui vogliamo che “bruci” la fascia sinistra del campo, che metta sul centro palloni con i giri giusti per gli attaccanti, che faccia sentire il suo contributo sin dentro l’area di rigore, e che chiuda l’azione sul secondo palo, quando questa si sviluppa sul lato destro del campo. Così ci ricordiamo le sue cose migliori, e così nel nostro immaginario vorremmo che giocasse sempre. Come detto qualche riga sopra, se però ad un giocatore variamo i compiti sul terreno di gioco, e modifichiamo quindi le competenze in fase di “possesso e non”, dovremmo velocemente adattare anche il nostro criterio di giudizio. Proprio per questa ragione, ed al netto dei dati sulle sua condizione fisica (che per ovvi motivi non possiamo conoscere), dovremmo elaborare su Gosens, criteri di giudizio diversi. Impiegato nella linea di difesa a quattro, il tedesco ha maggiori compiti difensivi, e quindi una minor propensione a sovrapporsi e ad accompagnare l’azione sin dentro l’area avversaria. Il suo contributo è molto più marcato in prossimità della linea di metà campo, come mostrato dall’immagine sotto, che attraverso i dati di Instat confronta le sue prestazioni contro lo Spezia (modulo 3-4-1-2) e contro l’Udinese (4-2-3-1).