L’Atalanta e il tema del possesso che non produce in attacco: sette clip per spiegare quando serve essere più verticali

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S e siete dei lettori assidui di Corner, oppure vi siete casualmente imbattuti in qualcuna delle match analysis proposte, avrete sicuramente notato come da inizio stagione si sono più volte sottolineate le difficoltà incontrate dall’Atalanta nel rendere efficace la fase di possesso palla. Abbiamo spesso imputato questa carenza alla “qualità” media degli undici che di volta in volta sono scesi in campo, e spesso per marcarne la differenza, li abbiamo paragonati a quelli che solo qualche stagione lo facevano calcando i campi di Champions League. Sicuramente i nerazzurri, alle prese con un ricambio generazionale, hanno ora a disposizione giocatori con qualità tecniche e caratteristiche diverse, che rendono un po’ più complicata l’esecuzione della fase di possesso con i movimenti e la velocità che “vorrebbe” vedere Gasperini. La “qualità”, intesa nel senso più ampio del termine, comprende la capacità di esecuzione di gesti tecnici complessi a velocità e frequenze elevate, l’esecuzione corretta dei movimenti con il giusto timing, la lettura altrettanto corretta delle situazioni che si vengono a creare sul terreno di gioco di volta in volta. Per ovvie ragioni, la qualità così intesa è una dote importante (forse la più importante) di ogni calciatore. Partendo dalle considerazioni fatte sopra, nello scritto che segue andremo a mettere il naso in alcuni dei possessi palla infruttuosi avuti dall’Atalanta nell’ultima sfida contro il Bologna. Come vedrete ci saranno situazioni che si ripetono e che con ogni probabilità vi faranno tornare in mente altre partite giocate dall’Atalanta in stagione.