L’Atalanta e la costruzione dal basso: un’arma che è diventata spuntata. 4 clip video per capire i problemi

scheda.

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D urante la sosta per i mondiali, c’è molto tempo per pensare e ripensare il gioco di una squadra. Gli staff possono intervenire per migliorare cose che già funzionano, o possono intervenire sulle situazioni critiche, come ad esempio l’efficacia sui calci d’angolo di cui abbiamo parlato in due approfondimenti che potete leggere cliccando QUI e QUI . Per farlo ci sono le due classiche vie, che in questo caso non sono state partorite dalla mente di Gasperini, ma sono le opzioni a cui si rifanno gli staff di tutte le squadre. Parliamo ovviamente del mercato, a proposito del quale nei giorni scorsi vi abbiamo illustrato i profili dei primi giocatori individuati dalla coppia D’Amico-Congerton, e del lavoro che si fa quotidianamente (o quasi) in allenamento. Una delle carenze di cui si è accorti un po’ tutti nel veder giocare l’Atalanta in queste prime quindici partite di campionato, è la poca qualità in fase di possesso palla. Qualcuno ora potrebbe obbiettare che il gioco verticale espresso dai nerazzurri è figlio di una precisa scelta tecnica del mister. Vero, e per quanto ci risulta è stata più è più volte provata nelle sedute di allenamento a porte chiuse svoltesi quest’estate a Rovetta. È però indubbio che questa scelta è figlia di un insieme di valutazioni, e per certi versi ricorda la figura dell’Uroboro, il serpente che si morde la coda. Si gioca in verticale perché si hanno attaccanti molto dinamici, veloci, e bravi nell’uno contro uno con qualche metro di campo da percorrere. Gli stessi attaccanti diventano però meno determinanti se devono giocare nello stretto per crearsi gli spazi, o triangolare per andare in porta. Con questo stile di gioco si cerca al contempo di scavalcare la mediana, perché all’Atalanta la costruzione dal basso riesce sempre con maggior difficoltà. Le uscite laterali ad esempio, sono diventate prevedibili. Il copione è sempre più o meno uguale: la palla passa dal portiere al difensore centrale che la gira lateralmente ad uno dei due braccetti. L’esterno e l’interno di metà campo eseguono un movimento ad elastico. Il primo si alza cercando di fornire una linea di passaggio dinamica (sulla corsa), mentre l’altro si abbassa. Il braccetto ha così due opzioni: servire l’attacco alla profondità dell’esterno o servire con una traccia più sicura l’interno di metà campo. Nel video sotto potete vedere la situazione riproposta diverse volte nel corso di un’azione prolungata di costruzione bassa nella quale l’Atalanta non ha trovato sbocchi (Atalanta vs Lazio).