Non si fermano gli uomini di mercato dell’Atalanta. Dopo aver portato in nerazzurro Adopo, Kolasinac e Bakker, stanno ora seriamente sondando il terreno con l’Udinese per portare a Bergamo il centrale difensivo Rodrigo Becao (Rodrigo Nascimento Franca Becao, il suo nome completo). Il profilo del centrale bianconero è tornato di moda dopo che l’affare con il Verona per Hien ha subito un rallentamento a causa delle pretese economiche dei gialloblù (12 milioni la richiesta), e per il fatto che la squadra scaligera ha rifiutato Zortea come parziale contropartita.
Va precisato che gli uomini di mercato nerazzurri continuano a non considerare chiusa la pista che porta a Hien, e con la dirigenza scaligera guidata da Maurizio Setti il tavolo della trattativa non è affatto saltato. l’Atalanta però non sta con le mani in mano e si sta guardando in giro, e proprio per questo ha messo gli occhi sul centrale difensivo bianconero. Questo perché il mercato è cosa complessa, e le trattative si possono risolvere in brevissimo tempo o andare per le lunghe, e riservare spiacevoli sorprese proprio nel finale.
Quindi nello specifico, il piano “B” è rappresentato da Becao, un giocatore che conosciamo bene perché milita nel nostro campionato dalla stagione 2019/20, e che è una colonna della difesa dell’Udinese. Rodrigo è sempre stato uno dei protagonisti negli ultimi incroci tra Atalanta ed Udinese e comunque il suo arrivo pare condizionato ad almeno un’uscita dall’Atalanta, nello specifico Palomino verso il Cagliari.
Becao è un classe 1996 (27 anni), nato a Salvador de Bahia il 19 gennaio 1996, di professione fa il difensore ed è un piede destro. Tra le file dei giocatori dell’Udinese spicca per la sua struttura fisica imponente (191 centimetri per 79 chilogrammi), che ne fa un difensore difficile da superare. La sua statura e la sua capacità di prendere posizione, lo aiutano nel gioco aereo (come vedremo poi), ed essendo un giocatore di scuola brasiliana, sa cavarsela discretamente anche in fase d’impostazione, anche se le sue lunghe leve non lo agevolano per velocità e precisione. La sua struttura fisica non gli consente di essere rapidissimo sulle distanze brevi, ma essendo Rodrigo dotato di una buona progressione è in grado di farsi valere sulle medie e lunghe distanze. Becao sa usare bene e con esperienza il suo fisico per aver ragione degli avversari nella fase difensiva e anche quando si spinge nell’area avversaria sui calci piazzati.
Dopo aver parlato delle caratteristiche fisiche e tecniche di Becao, diamo ora un rapido sguardo alla sua carriera. Rodrigo è calcisticamente cresciuto nelle giovanili del Bahia e ha esordito in un match da professionista proprio con la casacca dell’Esporte Clube il 28 novembre 2015, in una gara del massimo campionato carioca che vedeva opposta la “tricolor” (soprannome del Bahia) all’Atletico Goianiense (1-0).
Becao ha così cominciato la sua lunga carriera da difensore, e in un paio di stagioni ha accumulato 23 presenze segnando anche una rete. Tra le file dei brasiliani ha sempre giocato da centrale in una difesa a quattro. Il 4 luglio del 2018 è stato ceduto in prestito al CSKA di Mosca. Con la squadra rossoblù ha giocato 36 partite ed è stato impiegato prevalentemente come braccetto di destra in una difesa a tre.
La sua prima partita con i moscoviti l’ha disputata il 27 luglio del 2018, in occasione della sfida di Supercoppa Russa tra la Lokomotiv ed il CSKA. Partita poi finita con il risultato di 1-0 in favore della squadra di Becao.
Il 1° luglio del 2019 si è trasferito all’Udinese che ha versato nelle casse del Bahia circa 7 milioni di euro, ed il 25 agosto seguente ha fatto il suo debutto in Serie A, nella sfida Tra Milan ed Udinese. Proprio Becao ha messo a segno il gol della vittoria dei bianconeri con un colpo di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Con la maglia dell’Udinese ha giocato le ultime 4 stagioni, mettendo a referto 130 presenze complessive (127 in A e 3 in Coppa Italia) e segnando 6 reti. Il suo attuale valore di mercato è di circa 10 milioni di euro.
Veniamo ora al solito recap statistico. In questa occasione, per una ragione tecnica in via di risoluzione (ci scusiamo con gli abbonati per questa novità temporanea, legata alla disponibilità dei dati di Wyscout), abbiamo utilizzato delle grafiche diverse da quelle abituali. Sfruttando il database di Opta, oltre alle colonne con il valore numerico di ogni statistica, potete vedere rappresentato nella colonna di destra il valore percentile di ogni stats. Per coloro che non lo sapessero, questo valore indica lo scostamento dalla mediana (non la media), che rappresenta il valore centrale di una distribuzione. Il campione statistico è costituito da tutti i difensori centrali del nostro campionato di A. Dovremo quindi considerare il numero 50 come “il centro” di questa distribuzione. Il numero rosso starà ad indicare la posizione di Becao (e Palomino come vedremo nel confronto che seguirà) rispetto al campione. Se il valore sarà superiore a 50, significa che Becao occupa la parte “buona” della classifica (la barra di riferimento si colorerà con sfumature di verde), se sarà sotto il 50 (sfumature rosse) significherà che nell’occasione Becao sta nella “parte non buona” della classifica. La lunghezza della barra e l’intensità del colore ci diranno poi quanto Becao ha fatto meglio o peggio rispetto al valore di mediana.
Nelle statistiche generali (figura sopra), Becao ha fatto peggio per quanto riguarda la precisione dei passaggi (77.8% di completati), la percentuale di tackle vinti (0.18 per 90 minuti), gli intercetti (0.94 per 90 minuti) e le “spazzate” (2.46 di media per 90 minuti). Ha fatto molto meglio (valore percentile sopra l’80) per quanto ha riguardato i gol derivati da azione, la partecipazione alle azioni che hanno portato al tiro, i tocchi nell’area avversaria, i passaggi progressivi, i tackles effettuati, ed i palloni bloccati.
Veniamo ora al confronto tra Becao e il nostro Palomino, cominciando dai dati che riguardano le statistiche del gioco difensivo. Becao ha dati migliori per quanto riguarda il tackles portati nella trequarti d’attacco, la percentuale di dribbling fermati in tackle, i contrasti persi, i tiri bloccati, mentre il nostro Palomino gli è superiore per quanto riguarda gli intercetti, i tackels con intercetto e gli errori (meno) commessi. Ribadiamo che in questo caso (e anche nelle grafiche che seguiranno) stiamo solo parlando delle differenze marcate tra i due.
Per quanto riguarda le statistiche in fase di possesso palla, Palomino sa trattare un po’ meglio la sfera rispetto a Becao, che la spunta solo per quanto riguarda le conduzioni (palla al piede) in progressione, le conduzioni nell’ultimo terzo di campo, gli spossessamenti della palla ed i passaggi progressivi ricevuti.
Uno sguardo sommario tra le grafiche che riguardano i passaggi ci dicono anche in questo caso che Palomino ha avuto una gestione migliore della palla in fase di distribuzione rispetto a Becao. Il giocatore bianconero ha saputo fare (marcatamente) meglio solo per quanto ha riguardato gli assist per 90 minuti, i passaggi chiave, i passaggi nell’area avversaria e i cross nell’area avversaria.
La stessa situazione la si trova per quanto riguarda la tipologia dei passaggi effettuati, con Becao che ha superato Palomino solo per quanto riguarda le palle in profondità, ed i cambi lato.
L’ultima grafica ci mostra il confronto tra i due per quanto ha riguardato i gol e la partecipazione alle azioni che hanno portato al tiro. Anche in questo caso la situazione è simile alle grafiche precedenti, con l’argentino che ha saputo (in generale) fare un po’ meglio di Becao, che è prevalso solo per quanto ha riguardato, tutte le situazioni da palla ferma che hanno portato al tiro, le punizioni che hanno portato al tiro, i passaggi effettuati dalla metà campo difensiva che hanno portato al tiro.
In generale possiamo dire che Becao costituisca una valida (forse la più valida per possibilità di spesa) alternativa a Hien nel caso che l’Atalanta non arrivi ad ingaggiare il difensore gialloblù. A favore di Becao depone la tanta esperienza accumulata nel nostro campionato, anche se le sue caratteristiche non lo fanno il difensore più adatto a difendere in ampi spazi e con una difesa alta, come è capitato spesso facesse nelle ultime stagioni l’Atalanta di Gasperini.