I l pareggio contro il Milan è sembrata l’ennesima occasione mancata. Di fronte a un avversario arrivato a Bergamo privo di diversi titolari, l’Atalanta non è riuscita ancora una volta ad approfittarne, confermando quella sensazione di incompiutezza che ormai accompagna ogni sua prestazione. La squadra ha mostrato il suo volto migliore solo dopo essere passata in svantaggio, quando ha aumentato ritmo e coraggio trovando il pareggio con Lookman. Ma una volta ristabilito l’equilibrio, il gioco è tornato ad appesantirsi, scandito da risalite lente e da una manovra orizzontale che ha finito per favorire il controllo del Milan. La scelta di rinunciare a un centravanti di ruolo ha reso il gioco dei nerazzurri prevedibile, e i cambi operati nel momento decisivo della partita hanno accentuato l’impressione di una squadra più attenta a non sbilanciarsi che a vincere. Nonostante il nono risultato utile consecutivo, i problemi restano tutti lì, e qualcuno dovrà presto affrontarli. Nell’epoca dei tre punti, sette pareggi in nove gare raccontano una classifica deludente, al di là delle zero sconfitte subite.
Il pareggio contro il Milan ancora una volta ha riproposto la questione centrale di questo inizio stagione. L’Atalanta continua a essere una squadra che controlla molto ma incide poco. La struttura di Jurić si è ormai stabilizzata su un’idea chiara di gioco, ma questa chiarezza rischia di diventare prevedibilità.