Lazio-Atalanta 3-2, match analysis: i meccanismi saltati che hanno compromesso il risultato

scheda. L’analisi di Gianluca Besana

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L’ ultima fatica del primo mini ciclo di partite che ha visto l’Atalanta scendere in campo per sette volte nel giro di una ventina di giorni, ha proposto la sfida dell’Olimpico, dove i ragazzi di Gasperini hanno affrontato la Lazio di Sarri. Sarebbe banale e fors’anche un po’ riduttivo definire “complicata” una sfida in cui l’Atalanta si è trovata a giocare dopo poco più di 48 ore dalla trasferta di Lisbona, contro una squadra che è bene ricordare ha potuto riposare un giorno in più rispetto ai nerazzurri. Oltretutto, i capitolini avevano già l’obbligo di vincere, visto l’avvio stentato avuto in campionato che prima della gara contro l’Atalanta li vedeva occupare la sedicesima posizione in classifica con 7 punti (2 vittorie, 1 pareggio, 4 sconfitte).

Abbiamo detto un avvio di campionato pieno di difficoltà per gli uomini di Sarri, intuibile dal radar statistico proposto qua sopra, dove i dati stagionali della Lazio nell’attuale serie A (area colorata di bianco azzurro) sono stati messi a confronto con quelli dell’Atalanta (riga nera). Già ad un primo sguardo pare evidente come i nerazzurri fossero superiori ai biancocelesti in quasi tutte le principali statistiche ad esclusione del numero di passaggi effettuati e la percentuale di possesso palla. La partita dell’Olimpico ha avuto però un inizio terribile per i colori nerazzurri, sotto di due gol dopo 11 minuti, che ha letteralmente scompaginato il piano gara di Gasperini e non ha dato modo all’Atalanta di mostrare le sue qualità migliori.