Lecce-Atalanta, lo studio dei dati fotografa il frutto degli errori in partenza: è stata la peggior partita della stagione

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I l secondo stop consecutivo in campionato all’Atalanta lo ha imposto il Lecce. La squadra giallorossa è uscita meritatamente vincitrice al termine di una partita che Gasperini ha pensato di utilizzare come test per valutare i giocatori sin qui meno impiegati. Una scelta quanto meno criticabile (se non totalmente scriteriata) per diverse ragioni, e che ha finito inopinatamente per complicare il finale di questo scorcio di stagione. Come abbiamo già anticipato nella prima parte di analisi, ci viene difficile pensare che si possa poter giudicare un giocatore da una singola partita, dopo che lo si è utilizzato poco o pochissimo nelle precedenti 13 giornate di campionato. O meglio, su quel giocatore - che lo si sia reso palese o meno - in realtà è già stato espresso un giudizio. Ed ancor più opinabile è aver gettato all’ortiche una vittoria certamente alla portata dell’Atalanta, per aver schierato una formazione del tutto inedita e sperimentale, con ben 9 giocatori cambiati rispetto all’ultima partita giocata con il Napoli. Non un turnover di 2/3 giocatori dunque, cosa di per sé già complicata da gestire, perché gli equilibri nelle squadre di calcio (fatti di intese tra i giocatori) sono fragili, ma una vera e propria rivoluzione che ha colpito indistintamente tutti i reparti. È scesa in campo una linea difensiva formata dal giovane difensore centrale Okoli, supportato dall’inesperto Ruggeri e da Djimsiti in fase di recupero. Davanti a loro una mediana con Ederson (non in gran serata) e de Roon (al quale invece si poteva concedere lo stop, visto il recente infortunio). Gli esterni poi, del tutto inediti, con il compassato Zortea schierato a sinistra e Soppy a destra.