Monza-Atalanta, match analysis. Cosa è cambiato tra primo e secondo tempo, e si rivede la pressione (quanto basta)

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Q uando il calendario del campionato, beffardamente mette di fronte la prima e l’ultima della classifica, i luoghi comuni del calcio la fanno da padroni. Così, nei giorni che hanno preceduto la sfida tra Monza ed Atalanta, ci si è appellati alla “concentrazione” e agli “scongiuri” di rito, dimenticandoci che i nerazzurri guidati di Gasperini sono dei professionisti, che si preparano alle partite senza sottovalutare niente e nessuno. Nell’arco dei 90 minuti, la squadra di Gasperini con pazienza ha regolato un Monza intraprendente. Come è capitato spesso nelle partite di questo avvio di campionato, i nerazzurri hanno giocato un primo tempo accorto ed hanno alzato i ritmi ad inizio ripresa, mettendo a segno nell’arco di 8 minuti le 2 reti decisive. Per il resto, una fase di non possesso con pochissime sbavature (ad inizio partita) e tante ripartenze, mentre si è ridotto al minimo il tempo trascorso con la palla tra i piedi.

Gasperini ha schierato l’Atalanta con il 4-2-3-1. Con questo modulo l’Atalanta riesce ad essere equilibrata e solida in fase di non possesso, con la coppia dei centrali di mediana olandesi pronti a schermare la linea difensiva, mentre in fase di possesso sfrutta alla perfezione l’ampiezza dl campo con i due esterni alti o con le incursioni dei terzini, mentre occupa altrettanto bene le cinque corsie del fronte d’attacco. Gli ha risposto Stroppa con il 3-5-2 (5-3-2 in fase di non possesso) con Rovella posizionato al centro della mediana ad ordinare i possessi dei biancorossi. L’ex Petagna è partito dalla panchina, mentre la coppia d’attacco era formata in partenza da Mota e Caprari.