Preparazione senza amichevoli, ritmi forsennati, infortuni «allungati»: tutti i rischi di una ripartenza indecifrabile

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D opo circa cinquanta giorni, la Serie A è tornata finalmente ad allenarsi. Sulla ripresa del campionato, aleggiano invece ancora grossi dubbi, con il ministro Spadafora che minaccia lo stop definitivo al primo caso di positività. Club e autorità competenti devono ancora trovare un’intesa sui protocolli, ma vedere le prime immagini dei giocatori che corrono sui prati e danno i primi calci alla palla fa sicuramente ben sperare. Di una cosa possiamo essere però certi: se (il condizionale è più che mai d’obbligo), ci dovesse essere la ripresa delle gare, si assisterà ad una fase finale del campionato tra le più incerte della storia della serie A. Non solo per l’esiguità del distacco in testa alla classifica tra Juventus e Lazio (con l’Inter ancora non del tutto fuori dai giochi), ma soprattutto perché la quarantena e la modalità con cui ci si avvicina alla ripresa è del tutto particolare. Le squadre stanno iniziando in ordine sparso le nuove sessioni di allenamento e le certezze al momento sono poche. Sappiamo però che nei primi 15 giorni, gli allenamenti dei giocatori saranno individuali, poi (se tutto sarà andato per il verso giusto a livello di contagi) si potrà procedere a lavori in piccoli gruppi, per poi finire nelle settimana/e a ridosso della ripresa della stagione con lavori di squadra. Uno stop lunghissimo, ed una ripresa in punta di piedi, che condurrà i club ad un calendario da subito fittissimo, con gare ogni 3 giorni. Al momento ancora non si sa se le squadre dovranno spostarsi su e giù per lo stivale (improbabile), o verranno contingentate in una zona del Sud Italia, o sulle due maggiori isole. Con tutte queste variabili è ovviamente impossibile fare previsioni. Dal punto di vista statistico (a noi di Corner particolarmente caro), quanto sin qui prodotto ha ora un peso specifico basso se non nullo. Lo stop imposto dalla quarantena è stato più lungo della abituale sosta estiva del campionato, ed i giocatori lo hanno dovuto trascorrere in condizioni di isolamento, dentro le mura di casa o all’interno dei rispettivi centri di allenamento. Per questa ragione, ogni tentativo di inquadrare la ripresa del campionato attraverso i dati delle prime venticinque giornate e mezza, è un’operazione fuori luogo, come cercare di intrappolare le caratteristiche di una squadra al cambio di panchina, con i dati prodotti sotto la gestione dell’allenatore precedente. Nelle righe che seguono, proveremo a evidenziare alcune delle problematiche che potrebbero sorgere a partire dalle prime sgambate e che sono tutte validi motivi per cui la coda del campionato, mai come questa stagione, dovrà essere considerata come un’appendice a parte.