L’ Atalanta ha deciso di cambiare rotta. Dopo settimane di tensione e risultati deludenti, la società ha scelto di interrompere il rapporto con Ivan Jurić, prendendo atto di una crisi che si era fatta strutturale. Non è stata una decisione impulsiva, ma la logica conseguenza di un percorso che aveva smarrito coerenza e brillantezza. Le ultime partite, compresa la pesante sconfitta interna contro il Sassuolo, hanno evidenziato una squadra confusa nei principi e priva della compattezza che aveva caratterizzato l’era Gasperini. La classifica, che nelle intenzioni avrebbe dovuto restare nell’orbita europea, si è invece fatta pericolosamente deficitaria. La società ha compreso che ogni ulteriore rinvio avrebbe significato correre un rischio eccessivo. Serviva un cambio non solo di guida, ma di visione. L’arrivo di Raffaele Palladino, tecnico giovane ma già dotato di un’identità precisa, capace di unire razionalità tattica e sensibilità gestionale è stato annunciato nella giornata di martedì. La sua chiamata ha risposto alla necessità di rigenerare un ambiente in affanno, riportando ordine, lucidità e fiducia nei meccanismi collettivi. Non una scelta di “continuità”, ma un vero atto di rifondazione, pensato per restituire alla squadra equilibrio e prospettiva. Inizia oggi il nostro viaggio alla scoperta del nuovo tecnico nerazzurro, Raffaele Palladino. Un percorso in tre tappe per analizzare a fondo ogni aspetto del suo modello di gioco, prima dell’importante sfida del Maradona, che alla ripartenza del campionato vedrà l’Atalanta opposta al Napoli.