Stasera l’Italia negli ottavi. Preview tattica: ecco l’Austria di Foda. Due moduli e tanti muscoli. Occhio al talento di Alaba

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L’ avversaria dell’Italia negli ottavi di finale di euro 2020 di questa sera sarà l’Austria allenata da Franco Foda. Il tecnico, il cui cognome tradisce chiare origini italiane, è però nato a Mainz in Germania. Nel paese teutonico Franco ha vissuto tutta la sua carriera da calciatore, mentre da allenatore ha avuto esperienze anche in Svizzera (Basilea, un anno) e Austria (tre anni allo Sturm Graz), prima di approdare alla panchina della nazionale. Foda sfrutta la rinascita del calcio austriaco, derivata dall’investimento milionario dell’azienda austriaca Red Bull, che agli inizi degli anni 2000 ha visto tra i primi club coinvolti proprio il Salisburgo (2005). Da allora il movimento calcistico austriaco ha sfornato una serie di ottimi calciatori e di tecnici “rivoluzionari’ (Nagelsmann su tutti), che hanno fatto da traino all’interno movimento. Le fondamenta tecniche di questa rinascita derivano da alcune considerazioni fatte all’epoca proprio da Nagelsmann. Il tecnico ragionò su alcuni aspetti, cercando di trasformare quelli che potevano essere svantaggi, in vantaggi. Alla base vi era la considerazione che l’Austria aveva (ed ha) un numero di praticanti ridotto rispetto alle principali nazionali europee, così come il suo movimento calcistico era estremamente più piccolo (e con un giro d’affari minore) rispetto ai massimi tornei continentali. Allo stesso modo si poteva però sfruttare l’ottima fisicità dei giocatori a disposizione e lavorare su alcuni aspetti della gara spesso trascurati da altri allenatori. Nacque così la scuola di pensiero che vedeva nelle transizioni, ovvero  i pochi secondi che passano tra la fase attiva e passiva di gioco (e viceversa), una situazione da sfruttare a proprio vantaggio. Nello specifico erano quelle negative (quando si perde palla) ad essere maggiormente studiate.

Senza dilungarci troppo su questi aspetti tecnici, è bene che sappiate che Nagelsmann elaborò una teoria che basava le sue fondamenta sulla perdita volontaria della palla in punti precisi del campo, dove era più facile riaggredire con profitto la squadre avversarie che si stavano risistemando per giocare la fase di possesso. Siamo partiti da questa lunga premessa, proprio perché l’Austria di Foda, pur essendo una squadra ordinata e non priva di talento, si esprime meglio nella fase di non possesso e nelle transizioni negative, dove riesce  sistematicamente a mettere in difficoltà le squadre che incontra.