Sturm-Atalanta 2-2, match analysis. La pressione sofferta, i ritmi bassi: così l’Atalanta diventa prevedibile

scheda. L’analisi di Gianluca Besana

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L’ Atalanta è volata a Graz con l’obiettivo di confermarsi in vetta al Gruppo D di Europa League. Per farlo aveva a disposizione due risultati su tre, anche se dopo la bella prova di Lisbona, in molti pensavano che i nerazzurri avrebbero vinto senza troppe difficoltà. Gasperini nella conferenza stampa che aveva preceduto la partita era stato però preveggente: “Queste sono partite equilibrate. Lo Sturm Graz è una squadra abituata a giocare in Europa, abbiamo fatto due partite, è chiaro che siamo contenti di averle vinte, ma non c’è modo di gestire adesso, forse qualche calcolo si può fare a due giornate dalla fine”. L’Atalanta invece i calcoli li ha fatti, e li ha fatti sbagliati, nonostante ad inizio gara avesse proposto un undici senza fronzoli e con i titolari al loro posto, ad esclusione di Muriel, che si è poi rivelato uno tra i migliori (se non il migliore) tra i nerazzurri. Lo Sturm Graz si è rivelato avversario tosto, atleticamente ben preparato, tanto da riuscire a tenere testa alla squadra di Gasperini anche quando è rimasto in dieci. Anzi, nonostante l’inferiorità numerica gli austriaci sono riusciti a pervenire al pareggio, ed hanno punito i nerazzurri che non hanno affondato il colpo quando lo avrebbero dovuto fare, e si sono invece accontentati di gestire la palla sulla metà campo. Questo è stato un calcolo. Sbagliato. O meglio, un atteggiamento un po’ «provinciale» che è stato punito dalla caparbietà della squadra di Ilzer.