Torino-Atalanta 0-3, match analysis. Accelerazione, personalità e gestione: tre passi nel percorso di crescita

scheda. L’analisi di Gianluca Besana

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L’ Atalanta si è prontamente rialzata dopo la pesante sconfitta in Champions contro il PSG, trovando a Torino una vittoria che ha restituito fiducia e solidità. La squadra di Juric, pur priva di pedine fondamentali come Scamacca, Ederson, De Ketelaere, Kolasinac e Scalvini, e dopo aver perso anche Hien e Zalewski nel giro di pochi minuti, ha saputo mascherare le difficoltà iniziali e trasformare la gara in un successo convincente. Il Torino, invece, non ha approfittato delle tante assenze nerazzurre e ha finito per subire la qualità superiore degli avversari. Anche se nel primo tempo si è rivisto un possesso troppo insistito nella costruzione bassa e una manovra lenta sulla trequarti, una volta sbloccato il risultato l’Atalanta ha mostrato carattere, sfruttando con decisione gli spazi concessi dai granata e trovando la chiave per indirizzare la partita.

La lettura delle formazioni iniziali di Torino e Atalanta ha offerto subito le prime chiavi interpretative della sfida, rivelando con chiarezza le scelte strategiche dei due allenatori. Baroni ha confermato il 3-4-2-1 utilizzato sette giorni prima nella sfida vincente contro la Roma. Una struttura compatta con Maripán, Ismajli e Coco a protezione di Israel e con Casadei e Asllani in mediana per garantire densità centrale. Davanti Simeone ha agito da riferimento fisico, supportato dai movimenti di Vlasic e Aboukhlal. È stata una formazione che nelle intenzioni voleva confermare la filosofia del tecnico granata, fatta di solidità difensiva, transizioni veloci e ricerca della verticalità immediata, senza esporsi a rischi inutili. Juric sul fronte opposto aveva scelte obbligate in diversi reparti. Il tecnico croato non aveva a disposizione De Ketelaere e Scalvini, malconci dopo la sfida di Champions, oltre ai lungo degenti Kolasinac, Ederson e Scamacca. A supporto di Krstović, il tecnico nerazzurro ha schierato Samardžić e Sulemana. Juric ha preferito utilizzare Lookman da subentrante. Ne è uscita una sfida impostata fin dall’avvio su due approcci distinti: il Torino fedele alla propria compattezza difensiva e al gioco diretto, l’Atalanta decisa a rimanere fedele al proprio impianto nonostante i vuoti di organico.