Udinese-Atalanta 1-0, match analysis. Il crollo è un paradosso: possesso palla oltre il 60%, nessun tiro nella porta

scheda. L’analisi di Gianluca Besana

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A Udine è andata in scena una gara già determinante per il percorso stagionale dell’Atalanta di Jurić, chiamata non solo a vincere ma anche ad abbandonare quella prudenza che nelle ultime settimane è sembrata trasformarsi in una sorta di paura di osare. La classifica cominciava a richiedere un cambio di passo, che alla fine non c’è stato, e la sfida della Dacia Arena da occasione per rimettersi in carreggiata, si è trasformata nell’ennesimo passo falso. Di fronte i nerazzurri hanno di fatto trovato un’Udinese fisica e aggressiva, allenata da Runjaić, capace di alternare fasi di controllo a improvvise verticalizzazioni. I friulani hanno preparato una partita diretta, dispendiosa ma intensa, ideale per mettere in difficoltà chi cerca di gestire i ritmi. Così, dopo 90 minuti senza vere soluzioni, l’Atalanta si è dovuta arrendere.

A Udine Jurić ha scelto di cambiare volto all’attacco, affidandosi a un tridente inedito e tornando finalmente a un centravanti di ruolo. Al centro è stato riproposto Scamacca, supportato da Samardžić e Kamaldeen, in un 3-4-2-1 che ha cercato maggiore presenza fisica e profondità rispetto alle ultime uscite. A inizio gara sono rimasti fuori De Ketelaere e Lookman, segnale di una volontà precisa di variare interpreti e ritmi offensivi, ma anche di concedere minuti di riposo a due degli elementi sin qui più utilizzati. Dalla cintola in giù, invece, l’Atalanta ha mantenuto le proprie certezze. Difesa confermata con Kossounou, Hien e Djimsiti, e centrocampo solido e rodato con Pašalić ed Éderson a presidiare la zona centrale. Runjaić ha risposto con il consueto 3-5-2, confermando Zaniolo e Buksa davanti e un assetto costruito su compattezza e verticalità immediata. Due filosofie diverse, con l’Atalanta alla ricerca di fluidità e possesso, e l’Udinese pronta a sfruttare gli spazi concessi. Sin dai primi minuti si è capito che l’Atalanta aveva scelto Djimsiti come riferimento per seguire Nicolò Zaniolo, mentre la marcatura su Buksa veniva alternata tra Hien e Kossounou, in base alla posizione dell’attaccante e alla zona di gioco. In avvio, la squadra ha cercato di sfondare soprattutto a sinistra, con Kamaldeen e Zalewski chiamati ad aumentare il ritmo. L’Udinese ha risposto con maggiore intensità sulla fascia opposta, spinta da Kamara e dalle incursioni interne di Atta. Nei primi dieci minuti il possesso palla ha premiato nettamente l’Atalanta, con una quota vicina al 63%, ma senza produrre reali pericoli.