Venezia-Atalanta, dalla match analysis dati d’altri tempi e spunti per sperare. E un appunto: intensità scesa prima dei gol

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I l match tra Atalanta e Venezia, proponeva la sfida tra due formazioni in crisi di risultati. In rottura prolungata (sette sconfitte consecutive) la squadra allenata da Paolo Zanetti. I nerazzurri nel bel mezzo del loro periodo peggiore da quando Gasperini si è seduto sulla panchina bergamasca. Per entrambe le formazioni (attese dai recuperi) la sfida del Penzo rappresentava dunque l’ultima possibilità per raddrizzare la stagione. Una vittoria che valeva doppio e che poteva alimentare le speranze di salvezza per gli arancio neroverdi, o rilanciare le ambizioni europee di un’Atalanta che non vuole mettere la parola “fine” sulla sua parentesi continentale. La squadra di Gasperini ha avuto la meglio (troppa la differenza tecnica tra le due squadre), in una gara ben giocata, dove l’unica nota negativa è arrivata nella parte centrale del primo tempo. Dopo il venticinquesimo i nerazzurri, dopo un avvio decisamente brillante ma senza reti, hanno lasciato il pallino del gioco alla squadra di Zanetti. L’Atalanta ha ecceduto nell’abbassare i ritmi (condizione?), con una serie di marcature più blande e un baricentro decisamente più basso. Il Venezia ha potuto così finalmente ragionare con la palla tra i piedi, e si è fatto più intraprendente.