Atalanta-Benevento e la storia di Imbriani: dalla «profezia» di Boskov al gol con il Napoli, fino alla terribile malattia

Articolo.

Lettura 4 min.

“H a velocità che hanno pochi attaccanti in Italia” sentenzia l’indimenticabile Vujadin Boskov nel dopopartita, “Non è esperto, a volte non fa movimenti giusti, dobbiamo avere pazienza con lui”. Ma la vita non ne ha avuta con “Carmelino” (come lo chiama Carlo Nesti nel servizio Rai) Imbriani, sannita doc, uno dei simboli del calcio a Benevento, scomparso nel 2013 a soli 37 anni per un male incurabile. Giallorosso come Marco Mancosu, capitano del Lecce, che ha appena rivelato di essersi operato di un tumore: “Davanti alla malattia siamo tutti uguali” ha spiegato con molta semplicità. E lo sanno bene Francesco Acerbi, Gianluca Vialli, Sinisa Mihajlovic, Sebino Nela, Eric Abidal, Mimmo Caso, tutti passati da questo tunnel. Come gli ex atalantini Roberto Bordin e Claudio Rivalta, al quale la Nord aveva dedicato uno striscione per festeggiare la guarigione. Qualcuno di loro sta ancora combattendo centimetro su centimetro con la malattia. Non ce l’hanno purtroppo fatta Andrea Fortunato, Paolo Rossi, Emiliano Mondonico, Fabrizio Ferrigno, Giuliano Fiorini, Stefano Chiodi, Bruno Beatrice, Ugo Ferrante, l’ex nerazzurro Franco Rotella, solo per fare qualche nome.