Atalanta e l’Atalanta, simboli delle donne. Se emarginate, le scopri invincibili. Se le sconfiggi, rinascono. E poi vincono

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«Atalanta e Ippomene», Nicolas Colombel - olio su tela - 141 x 127 cm - 1699

N oi donne forse comprendiamo la natura più profonda della eroina con il cui nome la squadra è stata battezzata. Atalanta, l’eroina, la cacciatrice, destinata a diventare un mito. Atalanta fu rifiutata dal padre, re di Arcadia, che avrebbe voluto un figlio maschio. La abbandonò sul monte Pelio, ma la dea della caccia, Artemide, venne in suo aiuto: un’orsa la svezzò e Atalanta crebbe poi con i cacciatori, diventando così celebre per la sua maestria nella caccia, al punto che non vi erano uomini in grado di batterla.

Il padre si arrese di fronte alle innegabili imprese della figlia, finì per riconoscerla e le chiese insistentemente di sposarsi. Ma ad Atalanta un oracolo aveva predetto che con il matrimonio avrebbe perso le sue abilità. Così per dimostrare che nessun uomo avrebbe potuto sposarla, Atalanta organizzò una gara di corsa: i perdenti avrebbero pagato con la morte, e questa fu la sorte di tutti i concorrenti.

Tutti, tranne uno.