Atalanta e Torino, storia di una rivalità storica. Ma anche di tanto rispetto: due maglie sudate, sempre

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Il Filadelfia, Gigi Meroni, Superga, Gianfranco Ferrini, il “Mondo” e la sua sedia alzata al cielo. Piccoli flash di un mondo granata, di una partita che non è mai uguale a tutte le altre. Perché il Torino è qualcosa di più che una squadra, è un modo di vivere, un senso di appartenenza. Una storia di vittorie e sofferenze, di tragedie senza fine e rinascite, lì sotto la Mole ma mai all’ombra degli ingombranti cugini bianconeri. Sgomberiamo subito il campo da un equivoco: è vero che la Juventus ha tifosi in tutta Italia e che Torino è prevalentemente granata, ma i quartieri periferici sono la fotografia dell’immigrazione meridionale degli anni ’60 e al Sud la Juve ha un seguito incredibile. Certo, quando negli anni ’70 il Catanzaro è salito in A, al Comunale si sono ritrovati sugli spalti qualcosa come 25mila tifosi giallorossi, tutti delle periferie torinesi e milanesi, ma questo è un altro discorso.