Il prof. Caudano e le riflessioni post Coppa Italia: quali sono, nelle nostre vite, le «parate di Carnesecchi»?

scheda. Il racconto di Stefano Corsi

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U no dei privilegi delle partite serali di coppa è attraversare l’attesa lungo il giorno, immaginarle, sapere che alla fine di tutto ci saranno quei novanta minuti di tensione e di possibile bellezza, magari addirittura di gioia. Per converso, se poi le cose non vanno bene, uno dei risvolti peggiori è la riapertura degli occhi il giorno successivo, per la quale vale perfettamente ciò che scrive Manzoni di don Abbondio all’indomani dell’incontro con i bravi di don Rodrigo: “Il primo svegliarsi, dopo una sciagura, e in un impiccio, è un momento molto amaro. La mente, appena risentita, ricorre all’idee abituali della vita tranquilla antecedente; ma il pensiero del nuovo stato di cose le si affaccia subito sgarbatamente; e il dispiacere ne è più vivo in quel paragone istantaneo”. Cultore del Romanzo, il professor Caudano dopo ogni rovescio in coppa sperimenta che è proprio così: il colpo da maestro di don Lisander sta in quell’avverbio: “sgarbatamente”. Gli è successo dopo la scoppola di Zagabria, dopo quella di Manchester contro Guardiola, dopo quella in casa con il Liverpool, perfino dopo la urticante sconfitta interna contro il Lipsia. E l’altra mattina, a seguito dell’uno a zero di Firenze, risultato da benedire perché poteva andare molto peggio, ma da esecrare perché un po’ tutti ci si aspettava che potesse andare un pochino meglio, specie dopo la vittoria di Napoli, meravigliosa; dopo le dichiarazioni del mister che aveva indicato nella Coppa Italia l’unico trofeo ragionevolmente alla portata; dopo l’entusiasmo dei tifosi a Zingonia che avrebbe dovuto caricare la squadra. Parsa invece scarica in un primo tempo bislacco, solo parzialmente corretto dal secondo. Il professor Caudano, come sempre, si è svegliato presto. Dalle liste delle persiane della vecchia casa, filtrava la luce fioca dell’alba, tuttavia limpida sulle colline. Secondo le parole di Manzoni, la sua mente è dapprima andata alle buone ore che lo attendevano (caffè da Claudio, qualche chiacchiera, un po’ di lettura, un giretto, il pranzo, la siesta, la preparazione comodissima della propedeutica serale), ma poi ha dovuto subire l’agguato del subitaneo ripresentarsi della sconfitta al “Franchi”.